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Catania, Ferraù: "Tacopina? Gli abbiamo chiesto di rischiare insieme"TUTTO mercato WEB
martedì 11 maggio 2021, 15:20Girone C
di Giacomo Principato
per Tuttoc.com

Catania, Ferraù: "Tacopina? Gli abbiamo chiesto di rischiare insieme"

Conferenza stampa fiume in casa Catania col presidente della SIGI, società proprietaria del club etneo, Giovanni Ferraù che fa il punto della situazione: "Oggi avremmo voluto parlare di calcio giocato, di un’esperienza che continuava ai playoff. Devo ringraziare infinitamente Maurizio Pellegrino e tutta l’area sportiva, compreso i tecnici Raffaele e Baldini. Non era facile costruire una squadra, avevamo promesso un campionato dignitoso che mi rendo conto sia fastidioso per i tifosi catanesi - le parole riprese da newscatania.com -. Ci abbiamo creduto e sperato. È opportuno stigmatizzare alcuni attacchi ricevuti dai soci Sigi. Nessuno merita un attacco come quello che è stato fatto ieri, perché fino a prova contraria 24 soci hanno avuto il coraggio di salvare la matricola. Nessuno può permettersi di dire che ci siano soci che mettono 100 euro. Tutti meritano pari dignità. Allo stesso modo non esistono giornalisti pagliacci. Dobbiamo fare un po’ di chiarezza, non può essere un muro contro muro. Dobbiamo rilanciare il Calcio Catania e portarlo dove merita. Il contratto era stato stipulato con queste premesse. Non volevamo Champions League, vogliamo salire in serie B e tornare in serie A quanto prima. È legittimo che qualcuno abbia avuto un sentore che fosse arrivata una risorsa preziosa dall’estero. Abbiamo ospitato qui Tacopina, lo abbiamo presentato alla città, abbiamo firmato un preliminare, che nella sua redazione era molto complesso. Lo abbiamo fatto su basi ragionevoli. Abbiamo lavorato sette mesi insieme per portare questo debito come richiesto dall’investitore. I nostri professionisti non dormivano la notte, il fatto che il Comune e l’Agenzia non avessero dato una risposta non significa che non dovessimo pagare i creditori. E Joe Tacopina devo dire che ci è venuto incontro, mettendo 800 mila dollari. Il dato importante dall’Agenzia delle Entrate è arrivato a metà aprile, pensavamo fosse positivo anche per Joe. Io mi aspettavo di chiudere il 26 aprile".

Il presidente continua: "La Sigi ha solo l’obiettivo di salvare il Calcio Catania. Non abbiamo mai posto condizioni, abbiamo accettato un contratto. Non abbiamo chiesto una proroga, ma abbiamo risolto il contratto. Nel frattempo abbiamo lavorato con Joe Tacopina e con lo studio Chiomenti fino a qualche mese fa, poi dallo stesso Joe mi è stata data l’indicazione di parlare con altri legali e così abbiamo fatto, adeguandoci alle sue richieste. Ma l’atteggiamento non poteva essere di un imprenditore cinico da una parte e con il cuore dall’altro, Tacopina è rimasto un po’ alla finestra. La sua proposta è impossibile nella realizzazione. È impossibile chiedere l’omologa in 15 giorni. Gli abbiamo chiesto di entrare nel Calcio Catania e non in Sigi, rilevando il 51%, mettendo subito 3 milioni. Gli abbiamo chiesto di rischiare insieme. Non c’è più tempo per porre condizioni, Sigi è disposta a continuare. Abbiamo interlocuzioni interne ed esterne. I sette mesi in cui abbiamo lavorato insieme pesano come un macigno. Non vogliamo più proclami, ma fatti, senza che Sigi prenda nulla. I professionisti ci hanno dato dei numeri e Sigi deve sopportarli da sola. Sigi non ha avuto tante richieste di acquisizione. Quando abbiamo bussato alle porte di tutta l’imprenditoria locale, nessuno ci ha risposto. Arena? Non so i motivi per cui l’avvocato non si è più occupato della trattativa, ho sentito Dante Scibilia fino a due giorni".