
Braglia: "A Rimini le garanzie sono venute meno. Via senza prendere un euro"
“Io e il mio staff avevamo avuto delle garanzie, poi pian piano tutto ciò è venuto meno e abbiamo deciso di liberarci in modo da poter lavorare in altre piazze. Abbiamo deciso di andare via senza pretendere alcun compenso, in modo che quelle somme possano essere destinate ai tesserati".Parla così ai microfoni di Tuttoc.com il tecnico Piero Braglia dopo essersi dimesso, dopo poche settimane e senza essersi mai seduto in panchina, dal Rimini: “Non ho mai rubato soldi a nessuno e per questo non abbiamo preso neanche un euro”.
Quando ha deciso di andare via?
"Da più di dieci giorni. Col mio staff siamo stati vicini a ragazzi perché era giusto così. Ci sembrava brutto mollarli all'improvviso, ci chiedevano continuamente news dalla società, cercando di capire quanto sarebbe durata questa situazione. Però c'è un limite a tutto e a un certo punto devi dire basta. Basta perché ti chiudono uno stadio, perché vengono a decadere determinate situazioni, ti domandi cosa ci stai a fare, onestamente".
La penalizzazione di 11 punti, insomma, non c'entra
"Non è mai stato un problema. L'ho sempre detto al direttore Nember, sin da quando ci siam sentiti la prima volta: al posto di ottenere 42 punti, per salvarti vuol dire che ne fai 50. Se hai la squadra ci riesci, se costruiscono la squadra con certi criteri, come dico io, ce la puoi fare tranquillamente. Il problema è che poi la situazione è peggiorata, in tanti sono andati via, non è andata come previsto".
Ci conferma che il 27 agosto ha annullato lei la sessione di allenamento? Può spiegarci il perché?
"Sì, sono stato io. Perché, semplicemente, non c'erano più i presupposti. Ho chiamato l'attuale proprietaria del club e le ho detto che non era il caso di andare a svolgere l'allenamento, visto quello che stava succedendo. Il giorno prima, infatti, i ragazzi avevano manifestato segni di sofferenza, di malumore, lo stato d'animo generale era brutto. Allora ho deciso, è inutile che continuo a rompergli le scatole. Ho spiegato alla proprietà che era meglio lasciare tranquilli i ragazzi e che il giorno prima avevamo comunque lavorato molto".
E adesso mister, parlando di presente e di futuro?
"Col mio staff stiamo aspettando che qualcuno ci chiami per tornare a lavorare. Per dimostrare che sappiamo fare le cose in una certa maniera. Under 23? Non mi sono mai confrontato con così tanti giovani, sarebbe un'esperienza interessante. Se vuoi fare questo mestiere, devi sempre imparare qualcosa, ogni giorno".
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