Dalla stagione ci si aspetta una conferma, magari qualcosa di più

Tre anni consecutivi sempre nella sinistra della classifica, un miglioramento che il Torino deve, volente o nolente, all'arrivo in panchina di Ivan Juric, e non solo per una fase difensiva gestita in maniera favolosa (a dispetto dell'altra, che è il ero motivo per cui non si è andato oltre), anche per un'insistenza sul mercato, talvolta espressa pubblicamente, che ha quasi costretto ad intervenire quando serviva (anche se non in tutto, ma questa è una consuetudine del Torino post fallimento). Ora, partito il croato, occorre confermarsi, occorre far capire che ormai il biennio con salvezze conquistate in extremis è stato messo alle spalle, e si può ripianificare nella speranza, prima o poi, di trovare l'Europa solo sfiorata nelle ultime stagioni. Questo ruolo toccherà a Paolo Vanoli, che ha già cominciato a conoscere la nuova squadra, anche se altamente incompleta, perché da queste parti, ormai, ci si è abituati a non anticipare mai, al contrario di altre pretendenti all'Europa (tra cui potremmo aggiungere anche il Como, visto il modo in cui si sta muovendo) che invece hanno già messo a segno colpi importanti.