Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / torino / Esclusive
ESCLUSIVA TG – Salerno: “Cairo venda il Torino, serve un presidente che garantisca la continuità storica e identitaria del club”
domenica 8 settembre 2024, 08:00Esclusive
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

ESCLUSIVA TG – Salerno: “Cairo venda il Torino, serve un presidente che garantisca la continuità storica e identitaria del club”

Roberto Salerno è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Salerno è un economista tributarista, presidente del Torino Women, aveva aiutato Cairo a diventare proprietario del Torino Fc dopo il fallimento ed è un grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo parlato della società e della squadra granata.

Potesse tornare indietro a 19 anni fa quando si adoperò affinché Cairo prendesse il Torino rifarebbe la stessa cosa?
“Domanda puntuale, mi dispiace doverlo dire ma direi di no. In quel momento Cairo era l’unico interlocutore che si era proposto in maniera, come dire, precisa  e quindi è stato un interlocutore al quale abbiamo rivolto questa possibilità. Oggi, ovviamente, con il Torino che sta un po’ scomparendo dai radar nonostante i risultati non deludenti di questo inizio campionato c’è un problema più generale dell’immagine e del prestigio di una squadra che ha vinto scudetti, avuto Superga e una storia unica e però si sta un po’ perdendo perché ha un presidente che è interessato alla finanza, alla sostenibilità del calcio , ma è poco tifoso. Quello che esige il calcio è un quoziente di passione e di tifo che, secondo me, è indispensabile poiché non si può fare l’imprenditore e basta se no si rischia che prima o poi del Torino non interessi a nessuno”.

Cosa ne pensa della contestazione dei tifosi a Cairo che ha un po’ riunito la tifoseria che era da anni divisa?
“Purtroppo dal punto di vista della tempistica, visti i risultati che sta ottenendo la squadra in questo avvio di stagione, non è azzeccata poiché il Torino dopo tre giornate di campionato è primo in classifica avendo collezionato tre risultati pregevoli, il pareggio con il Milan, che se i rossoneri nel finale con avessero compiuto un miracolo sarebbero stati tre punti, e le vittorie con Atalanta, tutti pensavano che sarebbe stato difficile arrivare anche solo al pareggio, e Venezia, in trasferta. Ma se dal punto di vista della tempistica la contestazione non è azzeccata c’è però il senso di un malumore, di un malessere che è giustificato dalle cose che dicevo prima: un presidente che è molto imprenditore e poco granata. Magari di granata c’era qualcuno nella sua famiglia, la mamma, ma non lui. Quindi adesso possiamo dire che esiste un problema Torino a livello di presidenza senza guardare solo la classifica, ma tutto il resto. Ripeto, rischia la storia e il patrimonio storico e sportivo, fatto di immagine, di primati e di scudetti, di andare perso perché non c’è un effettivo riscontro nella gestione quotidiana che lo mantenga in vita. Cairo è un presidente al quale sembra che non interessi la memoria granata”.

Se Cairo venisse da lei e le dicesse cosa devo fare vendo il Torino o lo tengo? Lei che cosa gli consiglierebbe?
“Vendilo a un presidente tifoso”.

Oggi nel calcio di presidenti tifosi non ce ne sono quasi più e spesso le società di calcio, anche in Serie A, sono gestite da fondi per cui non esiste la figura del presidente tifoso e persino l’Atalanta che ha ancora i Percassi all’interno del club ha dovuto appoggiarsi su altri investitori per poter garantire alla squadra di stare a un certo livello.
“Concordo sull’importanza dell’aspetto tecnico-finanziario per cui le società calcistiche oggi hanno bisogno di iniezioni di management e di finanza anche internazionale, però le realtà importanti come il Torino, e potrei dire anche la Juventus e le società storiche italiane, hanno sempre bisogno di un ingrediente fondamentale che è quello di una visione sportiva, storica e di identità che deve mantenere ferma la base. Pensiamo alle società inglesi che possono anche cambiare il presidente, ma l’identità, la storia e il folklore della società rimane.  Quindi dobbiamo continuare in questo senso”.

In questo momento socio-politico-economico dell'Italia c'è la possibilità di trovare un imprenditore, magari affiancato da un fondo straniero o da realtà che possano immettere liquidità, che potrebbe acquistare il Torino?
“Penso di sì”.

Parlando anche un po’ di campo, alla luce dei risultati che sta ottenendo il Torino in questo avvio di stagione dove potrebbe arrivare a fine campionato?
“Il Torino ha assolutamente azzeccato la qualità dell’allenatore. Credo che Vanoli sia ancora più azzeccato di quanto lo fu Juric perché è un allenatore molto attento e preparato e anche molto agonista ed è proprio un uomo da Toro. Da questo punto di vista la scelta del presidente è stata ottima, non si può pensare che Cairo sbagli tutto ciò che fa nel Torino. Per cui con questo allenatore che sa motivare i giocatori e che li fa rinascere, visto che alcuni di loro erano addirittura in forse per quel che riguardava la permanenza ed erano poco titolari, e loro si stanno rivelando più attivi grazie al lavoro di Vanoli, che è un ottimo allenatore. Dico quindi che il Torino potrebbe arrivare nella prima parte della classifica. Ci sono buone possibilità che riesca ad ottenere buoni risultati”.