Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / torino / Primo Piano
ESCLUSIVA TG – Audisio (TC Taxi): “In passato cresceva la sfiducia di vedere un Toro diverso, ma ora ha toccato l’apice. Mi auguro a breve che Cairo venda, però ci credo poco”
Oggi alle 12:30Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

ESCLUSIVA TG – Audisio (TC Taxi): “In passato cresceva la sfiducia di vedere un Toro diverso, ma ora ha toccato l’apice. Mi auguro a breve che Cairo venda, però ci credo poco”

Gianpiero Peo Audisio, presidente del Toro Club Taxi Granata, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Con Audisio abbiamo parlato del Torino che si sta formando e si prepara a disputare le partite che contano a iniziare da quella di lunedì sera di Coppa Italia con il Modena e della società granata.

Che idea si sta facendo del Torino di Baroni?
“L'idea è quella che accompagna gli ultimi vent'anni, non ci sono particolari novità, possiamo sentire le parole di Cairo che dice questo e quello, ma in realtà è la solita squadra costruita prendendo i giocatori che hanno costi abbastanza contenuti e sperando poi che alcuni, anche uno ogni cinque, generino delle plusvalenze quando dopo uno-due-tre anni vengono rivenduti. Quindi ogni anno sarà il prossimo quello nel quale si avranno degli obiettivi, anche se sempre viene propinata la storia della crescita che puntualmente non si realizza e infatti stazioniamo a metà classifica: posto più, posto meno. E’ la solita storia che è legata al personaggio Cairo. All’inizio, vent’anni fa, non abbiamo subito scoperto che persona era veramente, ma dopo alcuni anni lo si è capito benissimo e ormai sono anni che puntualmente ne abbiamo la conferma. Prevedo che la squadra, per come la vedo adesso, sia costruita per mantenere il nostro obiettivo: piazzarci a fine campionato intorno al decimo posto. Magari sarà in nono o anche l’ottavo oppure il decimo o forse l’undicesimo o il dodicesimo d'intorno, ma comunque sarà l’ennesima annata  mediocre”.

Va detto che a differenza di tante altre volte il Torino non ha aspettato gli ultimi giorni di mercato per prendere e non tutti i giocatori che servono: Anjorin e Ismajli sono arrivati per l’inizio del ritiro, poi verso la fine è giunto anche Ngonge e successivamente, prima delle due amichevoli con il Monaco, Israel e Aboukhlal e prima dell’ultima, con il Valencia, Simeone. E’ vero che a tre giorni dalla Coppa Italia mancano ancora almeno un terzino sinistro ed un esterno d’attacco, però non trova che sia già un passo avanti rispetto al passato?
“Sinceramente, non vedo una rottura così drastica con il passato. Se andassimo a vedere quando sono stati fatti tutti gli acquisti estivi in questi vent’anni probabilmente troveremmo che due o tre volte i giocatori non sono stati presi solo negli ultimi giorni di calciomercato e che la squadra era quasi fatta, anche se non del tutto, se non proprio per il ritiro almeno prima dell’inizio del campionato. Io mi soffermo di più sul fatto che le dichiarazioni di Ciro sono sempre le stesse. Per quanto ne so, Baroni ha la fama di essere più malleabile di Vanoli o di Juric e quindi forse potrà dure un po' di più sulla panchina del Torino se non si lamenterà a metà o verso la fine del campionato dei giocatori che mancano e degli obiettivi che non si possono raggiungere altrimenti anche a Baroni capiterà di essere additato come il responsabile che non è riuscito a far rendere la squadra e si cambierà di nuovo l’allenatore. Per questo dico che non mi sembra che ci sia una rottura con il passato anche se qualche giocatore è arrivato prima dell’inizio del campionato”.

E di Baroni cosa pensa? E cosa si aspetta da lui?
“Vorrei un allenatore che si imponesse, anche se credo sia difficile pretenderlo in un organigramma con Cairo presidente e Vagnati direttore tecnico. Da Baroni non mi aspetto nulla di particolare. E’ un allenatore che è inserito in un contesto che prevede che la squadra arrivi a metà classifica, poi magari arriveremo ottavi o, come accaduto qualche volta, per poco non siamo arrivi in Europa.
Negli anni passati di anno in anno cresceva la sfiducia, ma ora è arrivata a toccare l’apice: questo è il Toro di Cairo e continuerà a essere questo. Mi auguro a breve di avere un altro presidente, però ci credo poco”.

Le squadre di Baroni sono votate all’attacco e finalmente è arrivato il vice Zapata, Simeone, ma non servirebbero rinforzi anche in difesa e  centrocampo?
“Sono d'accordissimo, servirebbe più che qualcosa sia in difesa sia a centrocampo di difensori perché non credo che si possano utilizzare moduli particolari visto che i giocatori a disposizione sono questi che ci sono. Ritornando al discorso della rottura con il passato, fossero stati ingaggiati un paio di difensori affidabili che dessero garanzie, magari … però non sono arrivati e in più Ismajli è già infortunato (lesione distrattiva parziale del muscolo semimembranoso della coscia destra , ndr). E anche a centrocampo, secondo me, siamo piuttosto malmessi”.

A centrocampo ci sono parecchi giovani, Casadei, Gineitis, Ilkhan e anche Anjorin e Ilic, che potrebbero emergere.
“E’ vero, però dobbiamo usare il condizionale quindi non si hanno certezze. La squadra potrebbe anche andare bene così com’è, ma se si mettesse un giovane in difesa accanto ai giocatori che già ci sono non so quanto margine di maturazione potrebbe avere. Io arrivo da un calcio vecchio ma giocare al fianco che so io di Baresi, per esempio, poteva aiutare un giovane ad emergere, giocare a fianco di quelli che abbiamo adesso in difesa vuol dire solo mettere pressione sul giovane caricandogli sulle spalle la difesa. E questo vale anche per il centrocampo”.

Forse per un centrocampista è persino peggio visto che in difesa almeno ci sono calciatori come Maripán e Biraghi che un bel po’ d’esperienza l’hanno maturata, mentre a centrocampo c’è il solo Tameze, che potrebbe essere ceduto, e gli altri sono tutti giovani.
“Avranno ragione Baroni, Cairo e Vagnati se puntando su questi giovani ci troveremo in casa calciatori davvero abili, ma l’attualità fa dire che stiamo correndo un bel rischio affidando a tutti questi ragazzi la zona del campo più delicata e nevralgica. Non sto assolutamente dicendo che Casadei, Gineitis, Anjorin, Ilic e Ilkhan siano scarsi, ma che avrebbero bisogno di essere immessi in un contesto che permetta loro di crescere e non esser solo caricati di responsabilità e costretti a barcamenarsi con le proprie forze. E questo vale anche per la difesa. Servono calciatori di qualità e carismatici in ogni zona del campo in modo che i giovani imparino da loro e quindi crescano bene.
Speriamo che abbiano ragione Cairo, Vagnati e Baroni e che quindi si faccia un buon campionato, ma come si dice chi vive sperando, muore disperato. Speriamo che non ci capiti”.

Una cosa positiva è il ritorno in campo di Zapata che avrà pure compiuto 34 anni lo scorso 1° aprile e arriva da un grave infortunio, ma è pur sempre un calciatore di qualità e che sa far salire la squadra e segnare
“Certo è un attaccante che faceva reparto da solo e con lui in campo gioca meglio la difesa e anche il centrocampo. Però appunto va per i 35 anni e viene da un infortunio molto importante quindi nche lui diventa una scommessa. Adesso c’è anche Simeone che però nelle ultime stagioni ha giocato poco e anche segnato poco. Quindi vedremo cosa farà il Cholito. E c’è Adams che l’anno scorso pur non essendo il classico centravanti si è adattato a sostituire Zapata”.

Come diceva prima, la sfiducia è all’apice e quindi al momento prevale su tutto .
“E’ vent’anni che accadono sempre le stesse cose: tutti sanno che serve un determinato giocatore e non lo si prende. Come era accaduto l’anno scorso dopo l’infortunio di Zapata e neppure nel mercato invernale è stato preso un sostituto, anche se l’allenatore lo chiedeva.
Sono vent’anni che fatichiamo: un derby solo vinto, due volte in Europa sempre per l’esclusione di altri e mai per nostro merito. Va bene, ennesima scommessa. Spero che abbiano ragione loro e di aver torto io. O meglio, io sono solo sfiduciato”.

Ma questo suo atteggiamento di sfiducia è anche di tutto il club Taxi granata?
“Il nostro club è orientato a una totale avversione a Cairo, alle cose che dice e al progetto che ha che per noi è di mantenerci in questa mediocrità. Quando c'è da contestare, in modo civile, Cairo, noi ci siamo sempre. Qualcuno va allo stadio perché gli viene regalato l’abbonamento, altri perché non hanno voglia di stare a casa con la suocera. Però è proprio triste. Fino a qualche anno fa i giovani telefonavano per avere un biglietto tramite l’Unione dei Club Granata, ma adesso quando si parla di andare allo stadio il più delle volte le persone dicono: “Vediamo, poi ti facciamo sapere”. Credo che veramente ci sia uno sca…., una sfiducia totale delle tifoseria. Negli ultimi anni è difficile trovare qualcuno entusiasta per la squadra. Come Toro Club facciamo fatica a far stare insieme la gente e così ci inventiamo dei premi, quest’anno lo daremo a Maria Rosa Mascheroni, presidentessa dell’Unione Club Granata, facciamo delle cene per stare insieme. Non andiamo allo stadio, ma ci troviamo in un pub a vedere la partita però siamo in pochi, non più di una decina. E’ incredibile rispetto a cosa accadeva in passato quando facevamo fatica ad accontentare tutti quelli che ci chiedevano di procurargli il biglietto per la partita”.

Lunedì ci sarà la Coppa Italia con il Modena e il successivo inizierà il campionato con il Torino che nelle prime 11 giornate in otto gare sarà opposto a squadre sulla carta ben più attrezzate e forti, Inter, Fiorentina, Roma, Atalanta, Lazio, Napoli, Bologna e Juventus, mentre le altre tre partite saranno con Parma, Genoa e Pisa. Vista la sfiducia sarà quindi preoccupato?
“Mi auguro che si facciano dei punti in qualche maniera. L'anno scorso abbiamo avuto un po' di fortuna all'inizio (dopo la quinta giornata il Torino era solo in vetta alla classifica, ndr) ed eravamo ben messi. Quindi speriamo di fare lo stesso, altrimenti arriveremo al derby in condizioni già disperate e ci sarà la resa dei conti. Solo che Cairo non è il tipo che cambia anima alle squadre, nel senso che se si è in fondo della classifica e magari hai anche perso male il derby non compra a gennaio subito, appena apre il mercato, 4 giocatori di qualità perché in estate il mercato era stato fato male. In rosa, lo ripeto, abbiamo tante incognite e se anche spero di sbagliarmi temo che dopo l’undicesima partita ci sarà già la resa dei conti. Posso aggiungere una cosa?”

Ma certo, dica pure.
“Voci sui social dicono che Cairo sta cercando di vendere il Torino e che questa campagna acquisti sia fatta in quest’ottica. L’80%, o forse anche di più, dei tifosi del Toro, sarebbe disposta a fare un anno in Serie B  se questo volesse dire che Cairo se ne va e vende il Torino”.