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Lo storico primo scudetto del Napoli: quando la Serie A ha visto MaradonaTUTTO mercato WEB
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giovedì 26 novembre 2020, 16:08Serie A
di Ivan Cardia

Lo storico primo scudetto del Napoli: quando la Serie A ha visto Maradona

Le prime due stagioni in Italia sono state belle, ma non da incorniciare. Un ottavo e un terzo posto: il Napoli di Diego Armando Maradona si è avvicinato alle grandi del nord, ma ha visto vincere l’incredibile Verona di Bagnoli e l’ultimo scudetto del ciclo della Juve vincitutto di Trapattoni. Conquistato il mondiale del 1986 con l’Argentina, il Pibe de Oro ha un altro traguardo da dover tagliare per entrare nella storia del calcio. Regalare lo scudetto a Napoli. La Serie A 1986/1987 è quella in cui ci riesce.

Totonero-bis, Berlusconi e Trapattoni all’Inter. L’estate è travagliata, lo scandalo Totonero-bis miete i suoi colpi: l’Udinese perde 9 punti, il Vicenza e la Triestina vedono sfumare la promozione in A. È anche la stagione del primo Milan di Berlusconi: il colpo è Donadoni, ma arrivano anche Galderisi e Massaro, tra gli altri. La Juventus saluta Giovanni Trapattoni, che approda alla panchina dell’Inter, e punta su Rino Marchesi. La Sampdoria chiama Vujadin Boskov, nelle due stagioni precedenti allenatore della Sampdoria.

Il Napoli conferma Ottavio Bianchi in panchina. La società partenopea porta a casa Andrea Carnevale dall’Udinese, si rinforza con alcuni giovani (De Napoli, Volpecina) e punta tutto sul talento di Maradona. È una formazione ovviamente italiana, dato che si possono tesserare al massimo due stranieri: in attacco giocano lo stesso Carnevale e Bruno Giordano, supportati da Diego. Tra i pali gioca Garella, in difesa muove i primi passi un giovanissimo Ciro Ferrara, insieme a Bruscolotti, Ferrario e Renica. A centrocampo De Napoli si aggrega a Romano e Bagni.


Avvio super e 3-1 a Torino. Gli azzurri partono alla grande: 1-0 a Brescia alla prima giornata. La squadra di Bianchi viaggia veloce, è imbattuta per le prime 13 gare di campionato. Tra la settimana e la nona giornata ha tre ostacoli da non poco: Roma, Inter e Juventus. Maradona & Co vincono all’Olimpico e pareggiano a San Siro. Poi espugnano Torino: finisce 3-1, al vantaggio di Laudrup rispondono Ferrario, Giordano e Volpecina. Non è, per chi se lo stesse chiedendo, il campionato della celebre punizione a due in area: Maradona l’ha già segnata, il 3 novembre 1985, al San Paolo. Alla 14^ giornata, il primo KO: il Napoli cade al Franchi, vince la Fiorentina 3-1. Maradona segna, ma il confronto diretto tra numeri 10 lo vince Antognoni.

Maradona dentro e fuori dal campo. Primi fino alla fine. Dopo la svolta con la Juve e la frenata con la Fiorentina, il Napoli prende un passo regolare. Gli impegni europei non distraggono gli azzurri, usciti dalla Coppa UEFA al primo turno contro il Tolosa. Il gossip forse sì: Maradona festeggia la nascita del secondo figlio da Claudia Villafane, ma i giornali raccontano anche quella di Diego Armando Junior, da Cristina Sinagra, che il Pibe riconoscerà soltanto anni dopo. La squadra lo protegge, lui restituisce in campo: dall’11 gennaio al 22 febbraio il Napoli vince cinque gare di fila, consolida il primato in classifica e non lo molla più. Al ritorno, strapazza di nuovo la Juventus di Platini, all’ultimo anno in Italia. L’apoteosi calcistica è il 10 maggio, nel San Paolo stracolmo. Il Napoli pareggia, 1-1 contro la Fiorentina. Carnevale segna, Baggio pure. Il Napoli non vince, ma l’Inter cade: 1-0 a Bergamo contro l’Atalanta. 18 anni dopo, Corrado Ferlaino può esultare. È festa in piazza e nella squadra, il presidente scende negli spogliatoi, Maradona (10 gol in campionato, 7 in meno del capocannoniere Virdis) intervista i compagni. A chi chiede a Ferlaino se non stia esagerando con l’esultanza, questi risponde: “Sa, sono 18 anni”. È la liberazione di gioia più incredibile che il Napoli e Napoli abbiano mai vissuto. Sulle note di un coro che risuona in tutta Italia. Oh mama mama mama, Oh mama mama mama, Sai perché mi batte il Corazon…