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Verso Catania-Turris - L'ex etneo Ricca: "Vi racconto il playoff del '97. I corallini erano l'avversario peggiore..."
mercoledì 18 novembre 2020, 06:51Primo piano
di Vincenzo Piergallino
per Tuttoturris.com
fonte tratto da calciocatania.com

Verso Catania-Turris - L'ex etneo Ricca: "Vi racconto il playoff del '97. I corallini erano l'avversario peggiore..."

 I ricordi rossazzurri di Roberto Ricca, difensore del Catania nel biennio 1996-98, in vista dell'incrocio di domenica contro la Turris, raccolti dal portale "Calciocatania.com". 

IL CONTESTO - Correva la stagione 1996/97, la seconda consecutiva vissuta nell’allora quarta categoria professionistica del calcio italiano. Il Catania, presieduto dalla presidentessa Grazia Codiglione, coadiuvata dal prezioso apporto degli eredi del Cavaliere Massimino, aveva concluso una stagione complicata a sette punti dalla Battipagliese di Di Baia e D’Antò finita al primo posto. Fra i bianconeri e i rossazzurri c’erano il Benevento e la Turris, rispettivamente seconda e terza con due e un punto di vantaggio sul Catania, mentre il Catanzaro, quinto, era l’ultima ‘eletta’ a chiudere il quartetto delle formazioni a giocarsi il secondo ed ultimo pass per il salto in C1. Il format era abbastanza semplice: seconda vs quinta, terza vs quarta, con la gara di ritorno che si giocava in casa della miglior classificata, forte, inoltre, di avere due risultati su tre per conquistare la finale. Le gare delle semifinali di andata sono fissate per domenica 1 giugno 1997. L’unica eccezione riguarda la sfida fra Catania e Turris, match anticipato di ventiquattro ore per via della gara dell’Atletico, impegnato nei play-off di Serie C1 con il Savoia proprio al vecchio nell’impianto di Piazza Spedini. 

LA TESTIMONIANZA - I ricordi di quella gara sono ancora vivi ed attuali attraverso le parole di Roberto Ricca, novarese dalla temperamento meridionale, “cavallo pazzo” di razza dal passo mancino, perno di una squadra passata dalle mani di Angelo Busetta a quelle di Gianni Mei. I fotogrammi scattati quel giorno sono tanti, ben prima del fischio d’inizio dell’aretino Guiducci: «A casa, qui a Novara, conservo gelosamente le fotografie delle due curve, erano entrambe tutte rossazzurre. Si sfiorarono i quindicimila e forse anche le ventimila presenze. Il nostro spogliatoio si affacciava sul “Cibalino”. Da lì si vedeva gente che si arrampicava sul muro, dappertutto, ammassata pur di vedere la partita. Ci diedero una carica incredibile. L’atmosfera che si respirava, anche già da qualche giorno prima, era qualcosa di elettrizzante veramente. Purtroppo il risultato non è stato quello che avremmo voluto tutti».

Gli attacchi del Catania s’infransero sul muro eretto dal portiere corallino Sassanelli. A fine gara il tecnico degli etnei, Gianni Mei, dichiarò alla stampa che lo 0 a 0 era un risultato migliore rispetto ad una possibile vittoria per 1 a 0. Frase provocatoria, travisata da molti, ma non dai calciatori: «Bisogna sfatare questo falso mito e chiarire una volta per tutte il significato di quelle parole – sottolinea perentorio Ricca – . Bisognava leggere quelle dichiarazioni in un modo diverso. Erano per darci una motivazione ulteriore, come dire “Ragazzi abbiamo ancora il ritorno, ce la giochiamo tutta lì”.

Se il Catania vantava il miglior attacco del raggruppamento meridionale della C2, con 40 reti all’attivo, la Turris deteneva la palma della retroguardia meno perforata, con appena 19 reti al passivo in 34 gare: «La Turris era una squadra fatta da giocatori arcigni: Dell’Oglio a centrocampo, giocatore ex Fiorentina; in difesa giocava Di Meo, un mastino abituato a campionati infuocati; mentre in vanti avevano Acampora che era un ottimo attaccante per la categoria. Era una squadra rognosa e difficile da perforare. Probabilmente era la squadra che soffrivamo più di tutte, anche per via delle caratteristiche differenti. Tra l’altro, nelle due gare nella stagione regolare, la Turris fu la squadra che ci mise più in difficoltà rispetto alle altre, con un pareggio all’andata e una sconfitta al ritorno a Torre del Greco. Risultati che ripetemmo, purtroppo, anche nelle due gare di play-off».