
Apu Udine, la sfida contro la Virtus Bologna dimostra che la squadra c’è. E il pubblico è da Serie A
Ci sono sconfitte che pesano e altre che, pur lasciando l’amaro in bocca, raccontano molto più di un risultato. Quella dell’Apu Old Wild West Udine contro la Virtus Bologna appartiene senza dubbio alla seconda categoria. I bianconeri, alla seconda uscita in Serie A dopo sedici anni d’assenza, hanno giocato alla pari con i campioni d’Italia, arrendendosi solo all’overtime dopo aver accarezzato l’impresa.
La squadra di coach Vertemati ha dimostrato di esserci, eccome. Carattere, organizzazione e cuore non sono mancati nemmeno per un secondo. E il dato più incoraggiante è che tutto questo è arrivato senza Anthony Hickey, il playmaker titolare, assenza pesantissima che in questo sistema può fare davvero la differenza.
Dopo il debutto di Reggio Emilia, Udine incassa un altro referto giallo, ma lo fa uscendo dal parquet tra gli applausi di un Carnera gremito e appassionato, che ha saputo trasformarsi in una bolgia fin dal prepartita. L’abbraccio del pubblico friulano al grande basket è stato emozionante e viscerale.
Il punteggio finale – 80-82 per la Virtus – non racconta tutto. Perché Udine ha avuto due volte la palla della vittoria: a Reggio e, ancor di più, ieri sera. È mancato forse quel pizzico di cinismo e lucidità che distingue le squadre esperte da quelle che stanno imparando a convivere con la nuova categoria. Ma i segnali sono chiari: questa Apu può dire la sua in Serie A.
Ci sarà tempo per crescere, per affinare la chimica e recuperare energie. L’importante è che la base ci sia, e la base c’è: un gruppo unito, un’identità forte, una città che vibra al ritmo del suo parquet.
La Serie A non regala nulla, ma Udine ha già fatto capire di essere pronta a lottare. E se le partite continueranno ad avere questa intensità, il Carnera – ieri più che mai – potrà diventare una delle piazze più calde e belle d’Italia.






