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...con Bepi Pillon
“Via dal Cosenza per il Coronavirus, non avrei potuto gestire la situazione. Sportivamente tornerei ancora in rossoblù. Quella partita a Verona non si doveva giocare. Lotito, impensabile riprendere”
“Nessuna motivazione sportiva. Ho messo in prima linea la famiglia, considerata la situazione del Veneto. È stato più un senso di responsabilità. Al Nord stanno succedendo cose difficili da affrontare. Da Cosenza andare a Treviso per tornare ogni tanto a casa con tutte le restrizioni sarebbe stato complicato. Mi è sembrata una cosa ingestibile”. Così a TuttoMercatoWeb Bepi Pillon torna sulle sue dimissioni da allenatore del Cosenza.
L’ultima partita l’avete giocata in condizioni delicate. Per giocare a Verona contro il Chievo siete passati da alcune zone rosse, prima che rossa lo diventasse tutta Italia. All’andata avete fatto tappa a Bergamo. Poi lei è rimasto a Treviso, da dove la squadra è partita per tornare a Cosenza.
“I ragazzi non volevano partire. Prima avevano parlato con l’Associazione Italiana Calciatori che aveva suggerito di fermarsi, mentre la FIGC aveva detto che bisognava giocare per forza. Siamo arrivati a Bergamo, purtroppo la trasferta era stata programmata da tempo. Ma quella partita poteva essere sospesa”.
E adesso bisogna stare a casa...
“È difficile, davvero. Da quando sono tornato mi sono messo in quarantena. E ancora oggi sono a casa. Si deve fare per rispettare anche la vita dei medici e di chi si impegna per tutelare la nostra vita. Dobbiamo avere rispetto anche di chi non c’è più”.
Come trascorre le giornate a casa?
“Sto con mia moglie e i miei figli, magari vado in giardino. Abito in campagna. È più difficile per chi sta in un appartamento e deve far passare il tempo”.
Si può pensare ad una ripresa del campionato?
“Difficile. Mi auguro che le cose cambino. Giocare significherebbe aver risolto una situazione veramente complicata”.
Eppure c’è qualcuno, Lotito ad esempio, che vorrebbe riprendere il prima possibile.
“Le cose bisogna viverle per giudicare, basti pensare l’Atalanta che potrebbe avere interesse nel continuare ha messo il calcio in secondo piano. Rispetto le idee di tutti ma la maggior parte credo non condivida il ritorno in campo. Oggi faccia fatica a pensare di riprendere il campionato”.
Col senno di poi accetterebbe di nuovo la chiamata del Cosenza?
“Si, certo. La squadra può arrivare alla salvezza. Chiaramente è un momento di difficoltà ma i mezzi ci sono. Bisogna crederci, anche attraverso i playout. Se tutti cominciano a pensare alla stessa maniera il Cosenza può salvarsi. La scelta la rifarei”.
L’ultima partita l’avete giocata in condizioni delicate. Per giocare a Verona contro il Chievo siete passati da alcune zone rosse, prima che rossa lo diventasse tutta Italia. All’andata avete fatto tappa a Bergamo. Poi lei è rimasto a Treviso, da dove la squadra è partita per tornare a Cosenza.
“I ragazzi non volevano partire. Prima avevano parlato con l’Associazione Italiana Calciatori che aveva suggerito di fermarsi, mentre la FIGC aveva detto che bisognava giocare per forza. Siamo arrivati a Bergamo, purtroppo la trasferta era stata programmata da tempo. Ma quella partita poteva essere sospesa”.
E adesso bisogna stare a casa...
“È difficile, davvero. Da quando sono tornato mi sono messo in quarantena. E ancora oggi sono a casa. Si deve fare per rispettare anche la vita dei medici e di chi si impegna per tutelare la nostra vita. Dobbiamo avere rispetto anche di chi non c’è più”.
Come trascorre le giornate a casa?
“Sto con mia moglie e i miei figli, magari vado in giardino. Abito in campagna. È più difficile per chi sta in un appartamento e deve far passare il tempo”.
Si può pensare ad una ripresa del campionato?
“Difficile. Mi auguro che le cose cambino. Giocare significherebbe aver risolto una situazione veramente complicata”.
Eppure c’è qualcuno, Lotito ad esempio, che vorrebbe riprendere il prima possibile.
“Le cose bisogna viverle per giudicare, basti pensare l’Atalanta che potrebbe avere interesse nel continuare ha messo il calcio in secondo piano. Rispetto le idee di tutti ma la maggior parte credo non condivida il ritorno in campo. Oggi faccia fatica a pensare di riprendere il campionato”.
Col senno di poi accetterebbe di nuovo la chiamata del Cosenza?
“Si, certo. La squadra può arrivare alla salvezza. Chiaramente è un momento di difficoltà ma i mezzi ci sono. Bisogna crederci, anche attraverso i playout. Se tutti cominciano a pensare alla stessa maniera il Cosenza può salvarsi. La scelta la rifarei”.
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