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Venezia, Vanoli: "Stiamo ancora cercando fluidità, ma lo spirito è quello giusto"
lunedì 25 settembre 2023, 15:08Primo Piano
di Davide Marchiol
per Tuttoveneziasport.it
fonte Giuseppe Malaguti, trascrizione a cura di Davide Marchiol

Venezia, Vanoli: "Stiamo ancora cercando fluidità, ma lo spirito è quello giusto"

Mister Paolo Vanoli ha inquadrato la sfida di domani del Venezia contro il Palermo. Queste le sue dichiarazioni.

Nuovo trittico di partite in una settimana:

“Ci vorrà tanta testa e l’apporto di tutti i giocatori, come dimostrato a Cittadella dove tutti, sia titolari che subentrati, hanno fatto la differenza. Dovremo essere bravi a mettere da parte l’ego personale e capire che c’è bisogno di tutti quando si gioca ogni tre giorni”.

Questione turnover:

“Ragiono sempre in base alla mia squadra, a come stanno e a quello che voglio fare. A Brescia ha giocato Cheryshev perché, secondo me, in quella posizione chiave può determinare la nostra fase offensiva, è quello che ha calciato, quello che ha messo l’ultimo passaggio. L’allenamento per me è importante e ho la fortuna di avere più titolari. Il bello di questa rosa è anche questo”.

Cheryshev potrebbe essere riconfermato?

“Chery mi ha sempre convinto, la problematica è stata più l’anno scorso, erano situazioni completamente diverse, un po’ come per Olivieri è arrivato e ha avuto infortuni. Cheryshev come per Cuisance per tanti giocatori che sono stati a livelli alti è capire che la B si aspetta comunque tanto da te e non è facile perché il tasso tecnico è diverso rispetto a quello dei tuoi compagni. Anche a Brescia ha fatto giocate che capiscono in pochi e in Serie B non è facile amalgamare certe situazioni. Ho la massima fiducia in tutti”.

Si continua a vedere il senso del gruppo in questa squadra:

“Come sono come carattere lo sapete, non ho segreti, preferisco dire la verità e quello che penso, talvolta preferisco essere crudele e severo. Ho sempre avuto una lezione nella vita, chi mi ha detto le cose in faccia mi ha dato schiaffi che poi mi sono servite nella vita. Quando costruiamo una squadra si va in campo in undici, giustamente il calcio è un’azienda, la devo portare avanti ed è fatta di risultati, non è solo l’ego di un giocatore. Da quando ho iniziato questo lavoro mi sono sempre permesso di dire le cose in faccia, come ho fatto con Olivieri. L’ho fatto l’anno scorso con Cheryshev, l’ho fatto con Gytkjaer quando è arrivato. Preferisco che i giocatori siano arrabbiati con me e non col compagno, il calcio è bello perché a Parma ho fatto sei mesi di tribuna e poi un giorno con l’infortunio di Benarrivo ho trovato spazio grazie all’impegno che ho mostrato nei sei mesi in cui sono rimasto fuori. In una grande squadra come era quella lì o ti impegnavi o bastava spostare una pedina per sopperire a un’assenza. Le opportunità prima o poi arrivano, vanno prese e quando le hai prese te le devi tenere. Ieri davanti al gruppo ho fatto i complimenti a Ullmann, un ragazzo che è rimasto e ogni giorno sta aiutando la squadra in qualsiasi ruolo in cui io lo metta. Un successo per me, per la squadra e per lui stesso. Non ho mai detto a Max di andare via o che non fa parte del progetto, vedo le cose e si è meritato i complimenti, i campionati sono maratone lunghe”.

TVS Giuseppe Malaguti – In difesa netti passi avanti, manca ancora qualcosa in avanti?

“Stiamo ancora trovando la fluidità in quello che stiamo facendo, non siamo ancora quelli che l’anno scorso hanno trovato la chiave, siamo ancora nella fase della ricerca. Nel calcio quando hai una squadra che stai rifondando devi partire dalle basi. L’anno scorso si facevano tanti gol e ne prendevi però troppi, questo problema quest’anno fortunatamente sta vedendo un buon lavoro, i difensori sono affamati, quando non prendi gol mal che vada finisce 0-0. Oggi posso dire che un pezzo è sistemato, adesso, secondo me, dobbiamo lavorare per le opportunità che abbiamo in fase offensiva. Nei dati dopo il Palermo però siamo la squadra che crea più di tutte e i dati sono oggettivi. Vero che ci manca un po’ di lucidità, un po’ di freschezza negli ultimi metri, sabato ci hanno ribattuto 12 tiri, Lezzerini esce da una gara così con 0 parate. Complimenti a loro perché hanno difeso bene, non è facile scardinare una difesa a 5 e tignosa non è facile, Johnsen ha ricevuto un filtrante sul dischetto e ha sbagliato lo stop rimandandola all’indietro, sono i dettagli che in queste gare fanno la differenza. Era la prima partita per entrambe alle 14 e c’è stato ancora tanto caldo, il ritmo quindi era un po’ lento per scardinare la difesa a 5. Talvolta non è un discorso di quanti giocatori tu porti in area, noi abbiamo fatto bene con squadra che ci hanno permesso di giocare a viso aperto, con il Como, la Sampdoria, lo Spezia, ora stiamo diventando credibili e in partite così va trovata una soluzione anche individuale, poi quando sblocchi la partita stai bene”.

TVS – Nella ripresa con il Brescia ti sei schierato con la doppia punta più due esterni alti:

“Per me Christian inizia a stare bene, su quello non è tanto un discorso di efficacia offensiva, voglio trovare più qualità offensiva, l’efficacia ce l’ho, quello che dico a Johnsen, Pierini, i centrocampisti, se vai a vedere la loro storia hanno pochi gol, non puoi sempre sperare che faccia sempre gol Pohjanpalo. Voglio di più, Pierini con il Brescia ha saltato poco l’uomo, è andato poco al tiro, l’allenatore ti mette in condizione di fare certe cose, poi non si può insegnare tutto, io correvo. Le capacità per determinare però le hanno. Altrimenti alla lunga cambio. Voglio di più e in tutte e due le fasi, saper correre e saper attaccare e loro le hanno, come i centrocampisti, i Busio, i Lella, i Tessmann, gli Ellertsson, hanno capacità di inserimento, hanno gamba. Bisogna buttarsi verso l’area, noi siamo invece ancora nella fase in cui faccio solo ciò che mi dice il mister”.

Come stanno i ragazzi?

“Tutti bene, stiamo lavorando forte e quando lo fai riesci anche a recuperare abbastanza in fretta, giocando ogni due giorni non è tanto aspetto fisico ma psicofisico, devi staccare e attaccare la spina subito. Penso che in questo senso però anche i tifosi ci aiuteranno”.

Il Palermo:

“Una squadra forte, lo dimostrano i dati, hanno una partita in meno, sono lì. Hanno perso in casa con il Cosenza e per una squadra costruita per andare in Serie A le aspettative sono sempre grosse. Stanno facendo bene, stanno portando avanti il progetto dell’anno scorso, è subentrato un gruppo importante che sul mercato ha fatto vedere cosa vuole fare. Penso che alla lunga lotteranno per la Serie A”.

Il percorso e a cosa può ambire questo Venezia:

“L’altro giorno gli ho fatto vedere dove eravamo l’anno scorso dove eravamo dopo la sesta giornata e dove siamo ora. Non bisogna dimenticarsi mai da dove siamo venuti, dobbiamo essere orgogliosi di quanto stiamo facendo. Tutte le partite in questo campionato sono toste, lo Spezia gioca bene ma sta faticando a fare punti per esempio. Il Brescia l’anno scorso alla sesta giornata era prima in classifica. Per me la B vede due campionati, l’andata e il ritorno, non dobbiamo pensare lontano, dobbiamo guardare giornalmente. Non dobbiamo guardare a quello che c’è intorno, c’è il morale subito alto dopo una vittoria, subito basso dopo uno 0-0 a Brescia, serve calma in questa fase. Non dobbiamo cascare nel tranello del Venezia costruito per andare in Serie A, il Venezia si sta ristrutturando, la fortuna è di avere un presidente che ha tenuto Pohjanpalo ed era la chiave per la ricostruzione. Adesso parlano tutti del Venezia ma Idzes o Sverko non li conosceva nessuno fino a poco tempo fa, i centrocampisti sono i giovani dell’anno scorso. Mi si chiede sempre Johnsen quando esplode, la risposta è che spero accada. Noi siamo in fase di ristrutturazione e di maturazione, facendo un passo alla volta, il problema è stare lì, perché stare in alto richiede fatica, vediamo quanta fatica vogliamo fare se vogliamo stare lì. Non dobbiamo pensare alla A, ma pensare a quanto vogliamo stare lì. Siamo affamati? Bisogna dimostrarlo alla lunga, bisogna restare lì”.

Palermo e Venezia vivono di due tipi di pressione diversa?

“Ogni club e ogni piazza ha le sue peculiarità. A volte avere 20 mila persone ti dà qualcosa, altre volte te la toglie. Devi sapere qual è il giocatore capace di reggere la pressione di avere 20 mila spettatori, mentre altre volte devi trovare il giocatore capace di trovare motivazioni in piazze magari più piccole. Ci sono magari giocatori che a Venezia non si esaltano, magari invece ci sono giocatori come Lazaro che me lo ricordo all’Inter, a San Siro ha sbagliato il primo pallone, ha preso subito fischi e ha faticato. Ora al Torino sta facendo bene. Il City Group sa benissimo che piazza ha in mano e che giocatori servono, io devo sapere che giocatori servono invece al Venezia, se viene qua un giocatore perché sa che se perde è tranquillo vado fuori di testa. Qua anche se la piazza può essere tranquilla io voglio vincere, dopo uno 0-0 voglio vedere i giocatori che qua stanno male, non ci dev’essere il bisogno dei tifosi. Quella è la differenza di piazze. Poi c’è la gestione delle situazioni. Nel dopo carriera magari poi hai il rammarico di aver fatto poco con il talento a disposizione, quello che dico sempre a Johnsen e Pierini, a 27 anni basta, è morta la questione talento. Qua ci sono stati allenatori con caratteri anche diversi da me, Paolo Zanetti qui con la tranquillità ha vinto, io non è che non sono tranquillo, ho il mio carattere, pretendo disciplina, lavoro e senso del gruppo, poi all’interno di ogni squadra ci sono dinamiche, ma questa è la mia filosofia”.