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Ascoli, D'Uffizi si prende la scena in C. Punzi lo lanciò tra i pro: "Era pronto già a 17 anni"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 15:34Serie C
di Claudia Marrone

Ascoli, D'Uffizi si prende la scena in C. Punzi lo lanciò tra i pro: "Era pronto già a 17 anni"

Tra gli elementi maggiormente in luce in questo campionato di Serie C, c'è sicuramente l'attaccante dell'Ascoli Simone D'Uffizi, che lo scorso weekend ha raggiunto - con 6 reti all'attivo - la vetta della classifica marcatori del Girone B di categoria. Un ragazzo di cui si parla tanto il 2004, e che è stato raccontato in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com da chi lo ha fatto esordire tra i professionisti, l'attuale tecnico della Lazio Primavera Francesco Punzi, nella stagione 2021-2022 alla Viterbese. "Vanno riconosciuti i meriti a Francesco Pistolesi e Mauro Facci, i due direttori sportivi della società - racconta Punzi -, furono loro a portare Simone alla Viterbese, dopo averlo a lungo osservato in Serie D al Nuova Florida. Il ragazzo fu scelto nonostante la giovane età, e si allenava in pianta stabile con la prima squadra, ma giocava poi sempre in Primavera, formazione da me allenata. E faceva la differenza, anche giocando con quelli di un paio di anni in più. Fece un apparizione in Coppa Italia Serie C, l'inizio della stagione per la squadra non fu facile, e quando venni chiamato a prendere il posto di mister Raffaele scoppiò il Covid. Slittarono delle gare, ci ritrovammo poi a giocare con l'Imolese, era uno scontro diretto che ci vedeva ultimi, e sul 3-0 in nostro favore decisi di far esordire D'Uffizi: non fu un premio, ma un merito che si conquistò. Era pronto per la categoria, anche mentalmente. E l'anno dopo era già protagonista ad Ascoli, mentre quest'anno è sbocciato proprio. Può essere il suo anno della consacrazione". L'aver giocato in Serie B, ed esser poi tornato in C, non potrebbe essere un'arma a doppio taglio? "Assolutamente no. Anzi, probabilmente per lui è un bene esser tornato in Serie C, perché in categoria diventa il protagonista principale, per continuità di impiego, e in più in una squadra che gioca benissimo ed esalta il gioco degli interpreti. Lui poi sta emergendo ancora di più per i gol che segna. Mi auguro possa poi presto tornare in B, con ancora più maturità, che sta acquisendo anche aiutato dall'ambiente fuori dal campo". Lei è abituato ad allenare i giovani, ma i tempi stanno cambiando. Quanto è difficile adesso far emergere ragazzi come fu per D'Uffizi? "Devo prima ricordare un'altra cosa: in quella Viterbese lì c'era anche Marenco, l'attuale capitano del Latina, che in prima squadra giocò molto, anche a esempio con la Reggiana allora prima in classifica. Anche lui un ragazzo da prendere a esempio, sempre scelto dai prima due citati direttori, che sui giovani avevano scelto bene. Oggi purtroppo nei ragazzi c'è meno pazienza nell'affrontare la gavetta che serve, si aspettano facilità nel passaggio di categoria, non capendo che i settori giovanili sono step importanti, una palestra vera e propria. Serve sempre mettersi in discussione".