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Juric in conferenza: "Lo Slavia corre e pressa, ma l’Atalanta ha identità e spirito per vincere: servirà pazienza e lucidità"
Oggi alle 22:45Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Juric in conferenza: "Lo Slavia corre e pressa, ma l’Atalanta ha identità e spirito per vincere: servirà pazienza e lucidità"

Alla vigilia della sfida europea contro lo Slavia Praga, il tecnico nerazzurro parla dalla New Balance Arena: fiducia nel gruppo, solidità ritrovata e attenzione al cinismo sotto porta.

Atmosfera europea nella sala conferenze della New Balance Arena, dove Ivan Juric ha incontrato i media alla vigilia di Atalanta–Slavia Praga, terza giornata della League Phase di Champions League. Il tecnico croato ha analizzato l’importanza della sfida, le condizioni della rosa e il momento della squadra, ribadendo la necessità di trasformare il grande volume di gioco in concretezza offensiva. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com

Mister, rispetto alle ultime gare, sceglierà una punta di ruolo o confermerà il sistema con Lookman falso nove? E come sta Maldini, che finora ha avuto meno spazio?
«Deciderò tutto domani mattina. Valuterò se partire con un attaccante vero o riproporre la soluzione vista nelle ultime gare. Per quanto riguarda Maldini, non è affatto fuori dal progetto: ha giocato da titolare in alcune partite e si allena con serietà. Deve però dare qualcosa in più per alzare il proprio livello, lo sa anche lui. Ha qualità, ma può e deve crescere».

Da Parigi in poi, l’Atalanta ha mostrato una solidità difensiva importante. Cosa è cambiato rispetto a inizio stagione?
«In realtà solo a Parigi abbiamo sofferto, e lo abbiamo fatto contro un avversario nettamente superiore in forma straordinaria. Per il resto, se si guardano le statistiche, abbiamo concesso pochissimo. Il segreto è il lavoro collettivo: tutti, anche gli attaccanti, si sacrificano in fase difensiva. Questo spirito di squadra mi piace molto».

Contro la Lazio avete dominato ma non concretizzato. È un tema di mira, di mentalità o di gestione delle scelte?
«Ci sono stati casi di sfortuna – pali, parate – ma in altre situazioni si poteva fare meglio. Dobbiamo crescere nella lucidità dell’ultimo gesto: tiro, scelta del passaggio, colpo di testa. Lavoriamo su questo aspetto ogni settimana, anche se il tempo per allenare è poco. Creiamo tanto, e presto arriveranno anche i gol».

Durante il ciclo di sette partite in ventidue giorni aveva detto che avrebbe capito dove potrà arrivare questa Atalanta. Che sensazioni ha oggi?
«Molto positive. La squadra sta giocando bene, ha continuità, ma resta il rammarico per i punti lasciati per strada. Ogni partita fa storia a sé, ma la qualità e la solidità si vedono. Ora dobbiamo solo diventare più concreti. Se ci riusciamo, possiamo toglierci soddisfazioni importanti».

In vista della sfida di Champions, che tipo di avversario si aspetta dallo Slavia Praga?
«Lo Slavia è una squadra difficile da affrontare. Corre, pressa e gioca con grande ritmo. Li conosco bene: hanno un modo di approcciare le gare molto offensivo e aggressivo. Contro l’Inter hanno cambiato assetto per necessità, ma in generale propongono un calcio intenso, tipico delle squadre abituate a vincere. Sarà una partita dura, dovremo pareggiare la loro intensità mantenendo calma e lucidità».

Ha aggiornamenti sugli infortunati e sulla formazione di domani?
«Bellanova e Costonu possono partire dall’inizio, hanno recuperato bene. Kolasinac oggi si è allenato per la prima volta con il gruppo: non è pronto, ma è una buona notizia per tutti. Scamacca? Sta lavorando con grande serietà per rientrare al top. È un giocatore di valore assoluto, ma vogliamo gestirlo senza fretta. Scalvini invece si è rifatto male: una bruttissima notizia, non ce l’aspettavamo. Speriamo si riprenda presto».

Domani la New Balance Arena sarà ancora sold out. Quanto conta il pubblico in un momento così intenso?
«Tantissimo. I tifosi ci danno energia, lo si è visto contro la Lazio: nel secondo tempo la spinta del pubblico è stata incredibile. C’è una simbiosi tra squadra e gente che dobbiamo coltivare. In casa vogliamo costruire un fortino, anche in Champions».

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