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Ederson e Modric, duello d’élite: la regia del match passa dai loro piediTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 08:30Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Ederson e Modric, duello d’élite: la regia del match passa dai loro piedi

Due menti raffinate, due stili diversi: il brasiliano dinamico e totale, il croato eterno e lucidissimo. Atalanta-Milan si decide lì, in mezzo al campo

Quando Atalanta e Milan si affronteranno alla New Balance Arena, gli occhi non saranno solo sui bomber, ma su chi dà ritmo e respiro al gioco: Ederson e Luka Modric. Due fari, due modi diversi di illuminare la partita. Il brasiliano rappresenta l’anima verticale e muscolare della Dea, il croato è la sintesi perfetta tra esperienza e intelligenza calcistica.
Entrambi hanno il dono di rendere semplice ciò che per altri è complicato: basta un tocco, un movimento del corpo, una giocata che accende la manovra e cambia il senso del possesso.

L’ETERNITÀ DI MODRIC – «Non ricordatemi sempre quanti anni ho», aveva detto Modric a inizio stagione. E in effetti è lui, con il suo calcio senza tempo, a far dimenticare la carta d’identità. Con Allegri ha assunto il ruolo di bussola tattica: 85 tocchi di media a partita, 92% di precisione nei passaggi, 53 palloni recuperati. La sua influenza si misura non solo nei numeri, ma nel modo in cui gestisce i ritmi e sposta il baricentro del Milan. Anche quando Juric proverà ad aggredirlo con pressing alto, il croato saprà trovare zone “neutre” dove nascondersi per poi riemergere con la palla pulita, pronto a orchestrare la ripartenza. La sua intelligenza gli permette di comandare con un gesto, una finta, uno sguardo: una presenza costante, mai invadente, che dà equilibrio e serenità a tutta la squadra.

EDERSON, LA FORZA DEL MOVIMENTO – Dall’altra parte, Ederson è l’immagine di un calcio in piena evoluzione - descrive La Gazzetta dello Sport -. Dopo l’infortunio di fine estate, il brasiliano è tornato con energia nuova, mostrando la sua natura di centrocampista totale: corre, contrasta, imposta e si inserisce.
Le mappe dei suoi movimenti lo descrivono come un giocatore onnipresente, con preferenza per il centrodestra, dove riesce a coniugare copertura e spinta. Juric gli chiede di essere l’anima dinamica della squadra: un tuttocampista moderno che accompagna la manovra e pressa con la stessa intensità.
Il suo modo di spezzare e riaccendere il gioco sarà la chiave per disturbare il fraseggio milanista e innescare la verticalità della Dea.

LA SFIDA NELLA SFIDA – Non sarà un duello a uomo, ma Ederson e Modric inevitabilmente si incroceranno più volte: uno proverà a spezzare il ritmo, l’altro a proteggerlo. Il brasiliano ha nelle sue corde l’aggressività, l’anticipo, la corsa; il croato risponde con la calma e la visione periferica, l’arte di leggere il gioco un secondo prima. Due pianeti diversi, ma con orbite destinate a collidere: se Modric riuscirà a far respirare il Milan, i rossoneri potranno controllare la partita; se Ederson lo costringerà all’errore, l’Atalanta potrà accendere il caos, il suo habitat naturale.

LA CHIAVE DEL MATCH – Nel calcio dei numeri e delle pressioni, a decidere spesso è ancora la qualità. E in questo senso, Ederson e Modric sono la rappresentazione di due filosofie complementari: l’energia del presente contro la sapienza del tempo.
Chi vincerà la battaglia mentale e tecnica al centro del campo avrà in mano la partita. Perché, come sempre, le grandi sfide non si vincono solo con i gol, ma con chi sa far vivere il pallone nel modo giusto.

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