Grifone in dieci dopo 3', la Dea non sfonda: regge l'equilibrio al riposo
La prima frazione al Ferraris si chiude a reti inviolate, ma i primi 45 minuti sono stati tutto fuorché noiosi, segnati da un episodio che ha stravolto l'inerzia tattica dopo appena centottanta secondi. L'avvio era stato promettente per il Genoa, subito pericoloso con un colpo di testa di Vitinha su cross di Martin, ma al 3' la gara cambia volto: un errore in disimpegno di Norton-Cuffy innesca la velocità di Daniel Maldini, costringendo Leali a un'uscita disperata fuori area che abbatte l'avversario. Per l'arbitro Abisso non ci sono dubbi: cartellino rosso diretto. De Rossi è costretto a sacrificare Martin per far entrare il secondo portiere Sommariva, ridisegnando la squadra in inferiorità numerica.
CUORE GRIFONE – Nonostante l'uomo in meno, la squadra di casa dimostra un carattere d'acciaio, spinta dall'incitamento incessante del suo pubblico. Il Genoa non rinuncia a giocare e si rende pericoloso sui calci piazzati: Vasquez impegna Carnesecchi sugli sviluppi di un corner, mentre alla mezz'ora è Ekuban a spaventare la retroguardia nerazzurra schiacciando troppo un colpo di testa che finisce sul fondo. L'atteggiamento dei rossoblù nasconde il divario numerico, con Vitinha che nel finale impegna ancora il portiere avversario con un diagonale insidioso.
LA DEA SPRECA – L'Atalanta, dal canto suo, fatica a trovare la chiave per scardinare l'organizzazione difensiva avversaria e a far valere la superiorità numerica. Le occasioni non mancano, ma difetta la precisione. De Ketelaere vede una sua conclusione deviata in angolo, ma l'opportunità più nitida capita sui piedi di Musah: lo statunitense è abile a rubare palla a un opaco Malinovskyi e a involarsi verso la porta, ma al momento decisivo calcia malamente in gradinata. Nel finale, un'ottima chiusura di Ellertsson nega la gioia del gol a Kolasinac, servito a rimorchio dal belga. Si va al riposo sullo 0-0, con tutto ancora da decidere nella ripresa.
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