
"Chiamatemi Kamaldeenho": Juric scopre il suo Neymar africano
Ivan Juric non dimentica. Gennaio scorso, fredda sera inglese, terzo turno di FA Cup. Il Southampton, già con un piede in Championship, affronta lo Swansea in un match che ai più dice poco o niente. Non a Kamaldeen Sulemana, però. Il giovane esterno ghanese legge in anticipo un rilancio lungo del proprio portiere, intuisce l’immobilità della difesa avversaria, aggira il guardiano ospite con un pallonetto da venti metri e riscalda l’atmosfera gelida di St. Mary’s. Quel gol, dopo due anni di astinenza, è la scintilla che convince Juric: Kamaldeen deve venire a Bergamo.
DAL GHANA CON AMORE (PER IL BRASILE) - Kamaldeen Sulemana nasce ad Accra, ma da tempo ha deciso che il calcio per lui è quello sudamericano. Non a caso si è ribattezzato «Kamaldeenho» sui Social, strizzando l’occhio al mondo verdeoro che tanto lo affascina. La sua specialità? Il dribbling. Un talento puro e naturale che lo ha reso, giovanissimo, uno dei giocatori più intriganti di Francia: a Rennes, nella stagione 2021-22, Kamaldeen è stato tra i migliori cinque della Ligue 1 per dribbling riusciti ogni partita. Numeri da brasiliano vero, ma cuore africano doc.
NUOVO LOOKMAN CERCASI - A Bergamo cercavano disperatamente qualcuno che potesse ricordare Ademola Lookman, stella ormai affermata della Dea, e Juric non ha avuto dubbi. Altezza, nazionalità, posizione in campo e abilità nello stretto: tra i due sembra esserci una sorta di strano destino parallelo. Entrambi africani, entrambi alti esattamente 174 centimetri, entrambi inclini a partire larghi a sinistra e poi accentrarsi. Ma attenzione: se Lookman è già una certezza sotto porta, Sulemana è chiamato a un salto di qualità evidente. Appena quattro reti in 74 partite in Inghilterra, troppo poche per restare nell’ombra del nigeriano.
IL MAESTRO E IL PUPILLO - «Kamaldeen è un ragazzo che lavora duramente. Sono felice che abbia finalmente trovato la rete», aveva ammesso Juric dopo quel famoso pallonetto che accese la lampadina nella sua testa - presenta e approfondisce a raggi 'X' Gazzetta.it - Ora, al Gewiss Stadium, si aspetta ben altro. Il tecnico croato lavorerà con Sulemana sulla cattiveria negli ultimi metri, provando a trasformare un eccellente dribblatore in un giocatore decisivo anche in zona gol. Le basi, comunque, ci sono tutte. In Danimarca, con la maglia del Nordsjaelland, Sulemana ha già dimostrato di poter arrivare in doppia cifra (10 reti nel 2020-21). Ed è curioso che quel picco sia coinciso proprio con la partenza del suo grande amico e compagno di academy, Mohammed Kudus. Quando c'è spazio, Kamaldeen ci si butta. E segna.
DAL RENNES A BERGAMO, VIA DEMBELÉ - Sulemana è l'ultimo di una lunga serie di talenti cresciuti tra le file del Rennes. Una squadra che sulla fascia sinistra sembra avere un laboratorio permanente: prima di lui, sulla stessa mattonella, hanno sfrecciato fuoriclasse del calibro di Ousmane Dembelé, Ismaila Sarr e Jeremy Doku. Il club bretone aveva investito ben 15 milioni di euro per portarlo in Francia, convinto dal potenziale enorme del ragazzo, al punto che il suo vecchio tecnico in Danimarca, Flemming Pedersen, si sbilanciò persino paragonandolo ai giganti del PSG: «Kamaldeen può diventare come Neymar, Mbappé o Di Maria. Ha le stesse qualità».
TALENTO DA TIKTOK - Fuori dal campo, Kamaldeen Sulemana resta un ragazzo semplice, affezionatissimo al suo amico Kudus con cui spesso condivide vacanze e divertimento sui social. Ma a Bergamo la spensieratezza dovrà lasciare spazio alla concretezza. È arrivato il momento di prendersi il palcoscenico della Serie A, con Juric che ha già appeso al centro sportivo un cartello virtuale con scritto «lavori in corso».
Kamaldeenho avrà anche i piedi brasiliani, ma per il sogno Atalanta ora servono numeri veri, quelli che fanno sognare i tifosi. Bergamo aspetta con curiosità e speranza il suo nuovo fenomeno africano.
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