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Honest Ahanor, il talento che Bergamo ha già adottato. Ma per l’Italia è ancora un “estraneo”
Oggi alle 16:23Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Honest Ahanor, il talento che Bergamo ha già adottato. Ma per l’Italia è ancora un “estraneo”

Il giovane difensore incanta Zingonia e i tifosi: mentre in campo si afferma, fuori deve attendere la cittadinanza. Il paradosso tra burocrazia e pallone.

Ha solo 17 anni ma si è già guadagnato i riflettori. Honest Ahanor è nato e cresciuto a Bergamo, frequenta la scuola come i suoi coetanei e in campo si è fatto spazio con personalità e rispetto. La gente lo considera a tutti gli effetti “uno di noi”: educato, serio, determinato. Un orgoglio per l’Atalanta e per la città che lo ha visto crescere.

IL LIMITE BUROCRATICO – Nonostante questa realtà quotidiana, per lo Stato italiano Ahanor non è ancora “italiano”. Figlio di genitori nigeriani, potrà chiedere la cittadinanza solo al compimento dei 18 anni, dimostrando la residenza continua e legale. Sarà allora l’autorità competente a stabilire se concederla. Un iter che appare inevitabile e, nel suo caso, quasi scontato, ma che mette in luce tutte le contraddizioni di un sistema rigido.

IL PARADOSSO DEL CALCIO – C’è chi, come Honest, vive da sempre in Italia senza poter ancora rappresentarla, e chi - descrive Il Corriere di Bergamo -, come Mateo Retegui, ha ricevuto rapidamente il passaporto grazie a un bisnonno nato un secolo fa nella Penisola, senza mai averci messo piede prima. Retegui, argentino di nascita, è stato definito “naturalizzato italiano”. Una parola che fa riflettere: è davvero la legge a decidere la “natura” di un individuo, persino oltre la sua esperienza diretta.

UN PATRIMONIO DA PROTEGGERE – In attesa che la burocrazia faccia il suo corso, l’Atalanta e i suoi tifosi si godono il giovane difensore. Ahanor rappresenta una delle risorse più interessanti del vivaio nerazzurro e, con ogni probabilità, un futuro punto fermo anche per la Nazionale. 

La storia di Honest Ahanor è quella di tanti giovani cresciuti in Italia, integrati nella società, ma costretti ad attendere un timbro per sentirsi riconosciuti fino in fondo. Lui, intanto, corre, studia e sogna. E Bergamo lo ha già eletto simbolo di un futuro che, dentro e fuori dal campo, non aspetta altro che essere scritto.