
Italia, Gattuso in conferenza: “Ahanor e Tresoldi? Li sto seguendo, potrebbero vestire l’azzurro"
Dalla sala magna di Coverciano, Gennaro Gattuso ha aperto ufficialmente la settimana azzurra che porterà alle due gare decisive per la qualificazione al Mondiale 2026 contro Estonia (11 ottobre) e Israele (14 ottobre). Il commissario tecnico ha affrontato con tono deciso tutti i temi caldi: dalle convocazioni alle nuove idee tattiche, passando per le prospettive future della Nazionale. «Sarà una settimana impegnativa – ha detto Gattuso – ma vedo un gruppo più pronto e più consapevole rispetto a un mese fa. C’è ancora tanto da migliorare, soprattutto nella lettura dei momenti della partita: dobbiamo imparare ad annusare il pericolo».
SU TRESOLDI E AHANOR – Il ct ha confermato l’interesse per Nicolò Tresoldi, attaccante del Bruges, e Honest Ahanor, difensore classe 2008 dell’Atalanta: «Li ho seguiti in Atalanta-Bruges e mi hanno fatto un’ottima impressione. Stiamo valutando con il presidente e con Buffon se ci sono i presupposti per portarli in azzurro. Sono ragazzi interessanti, che rappresentano bene il futuro».
CAMBI NELL’ATTACCO E LE NUOVE CONVOCAZIONI – Gattuso ha spiegato le sue scelte dopo gli infortuni di Politano e Zaccagni, rimpiazzati da Spinazzola e Piccoli: «Abbiamo deciso di cambiare qualcosa, anche pensando alle due partite che affronteremo in modo diverso. Mi dispiace per chi è rimasto fuori, ma serviva gente pronta. Spinazzola è tornato con grande entusiasmo e disponibilità, Piccoli invece ci dà un’opzione importante davanti». Sulle altre convocazioni: «Cambiaghi è simile a Politano, può giocare su entrambe le fasce e fare le due fasi. Nicolussi Caviglia ha equilibrio e qualità, se giochiamo con il vertice basso è l’uomo giusto».
CHIESA, IL RISPETTO PRIMA DI TUTTO – Il ct ha parlato anche della mancata convocazione di Federico Chiesa, spiegando la decisione condivisa: «Ci sentiamo spesso, lo stresso tanto (ride). Non si sente ancora al 100% e vuole tornare solo quando sarà al massimo. È un ragazzo serio, sa che lo aspetto».
TATTICA E SISTEMA DI GIOCO – Gattuso non esclude novità, ma predica equilibrio: «Il 4-1-3-2 ha funzionato, toccarlo sarebbe folle, ma ogni allenatore deve essere pronto a tutto. Anche se non amo la difesa a tre, potrei usarla se serve. Non devo seguire il mio ego, ma mettere i giocatori nelle migliori condizioni». Sul possibile doppio centravanti ha aggiunto: «È un’opzione, ma vediamo gli allenamenti. Mi interessa più l’atteggiamento che il modulo».
UN MESSAGGIO AL GRUPPO – «Nessun proclama, ma dobbiamo restare concentrati. Non viviamo un momento sereno, è evidente, anche per il clima attorno alla gara con Israele. Ci saranno poche persone allo stadio e tante fuori, lo capisco. Dobbiamo rispettare la situazione, ma anche farci trovare pronti».
KEAN, IL BISOGNO DI UNA SCOSSA – «Moise deve dare qualcosa in più. È un giocatore importante, ma non deve cercare alibi. Gli serve continuità e personalità per essere un punto di riferimento».
Gattuso chiude con ottimismo e ironia, raccontando una telefonata con Fabio Cannavaro, oggi ct dell’Uzbekistan: «L’ho chiamato per fargli i complimenti, gli ho detto che è fortunato a essere già al Mondiale (ride). Per noi, invece, ogni partita sarà una battaglia, ma non ho paura: vedo voglia, compattezza e tanta fame».







