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Jacobelli celebra l’Atalanta dei 118 anni: “Da squadra provinciale a modello europeo, la Dea non si ferma più”
Oggi alle 00:00Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Jacobelli celebra l’Atalanta dei 118 anni: “Da squadra provinciale a modello europeo, la Dea non si ferma più”

Il giornalista ripercorre l’evoluzione nerazzurra: da Percassi a Pagliuca, da Gasperini a Juric, passando per i giovani di Zingonia. “Oggi Bergamo è un esempio per tutto il calcio italiano”.

Un secolo e diciotto anni di storia e una metamorfosi che non accenna a fermarsi. Xavier Jacobelli, ex direttore di Tuttosport e del Corriere dello Sport-Stadio, ha raccontato a scommesse.io l’epopea moderna dell’Atalanta, dal radicamento nella sua provincia fino alla consacrazione internazionale. In occasione del 118º anniversario del club, che sarà celebrato venerdì 17 ottobre, Jacobelli ha tracciato un affresco completo di una realtà diventata patrimonio del calcio europeo.

DA BERGAMO ALL’EUROPA – “Il 17 ottobre 2025 l’Atalanta compie 118 anni e non è mai stata così in salute”, spiega Jacobelli. “A Bergamo si radunerà una moltitudine di tifosi alla New Balance Arena, davanti alla Curva Sud dedicata a Piermario Morosini, per scoprire la statua che celebra la vittoria dell’Europa League a Dublino del 22 maggio 2024. Più di quindicimila tifosi si sono autotassati per erigerla: è la prova che i bergamaschi non dicono ‘vado allo stadio’, ma ‘vado all’Atalanta’”.

L’ETÀ DELL’ORO – Jacobelli individua il punto di svolta nel 4 giugno 2010, quando Antonio Percassi torna presidente del club. “Quella data segna l’inizio dell’Età dell’Oro”, scrive. “Percassi, ex capitano nerazzurro e imprenditore di successo, trasforma la società in un modello internazionale: cinque qualificazioni in Champions League, quattro campagne europee e un trionfo storico in Irlanda. In sette anni l’Atalanta è passata dal 104º al 17º posto del ranking UEFA. Non più regina delle provinciali, ma realtà globale”.

Oggi la Dea è sostenuta da una partnership solida con Stephen Pagliuca, co-presidente dei Boston Celtics e di Bain Capital, fondo d’investimento da 200 miliardi di dollari. “A differenza di altri investitori stranieri, Pagliuca ha avuto l’intelligenza di affidarsi totalmente al management bergamasco, e i risultati lo hanno premiato”.

IL MAGO E IL DELFINO – Jacobelli ripercorre la genesi del miracolo nerazzurro partendo da due figure chiave. “Appena tornato, Percassi conferma Mino Favini, il ‘Mago di Meda’, genio del vivaio italiano. Il suo lavoro ha prodotto talenti come Morfeo, Tacchinardi, Montolivo, Pazzini, Caldara, Bastoni, Zappacosta, Carnesecchi e molti altri. Oggi quell’eredità vive nell’Accademia Favini di Zingonia, guidata da Roberto Samaden, ex Inter”.

La seconda scelta decisiva è la nomina del figlio Luca Percassi ad amministratore delegato: “Il Delfino del padre”, scrive Jacobelli, “ha garantito dieci utili di bilancio consecutivi e messo la firma su colpi di mercato storici come Højlund (+56,8 milioni), Retegui (+47,6), Koopmeiners (+44,4) e Kulusevski (+35,5). Un capolavoro gestionale che ha trasformato l’Atalanta in un’azienda vincente”.

STADIO E FUTURO – Tra i meriti del duo Percassi spicca la rinascita dello stadio di Bergamo, oggi New Balance Arena. “Un investimento da 100 milioni di euro, cinque anni di lavori e uno stadio che l’Uefa ha definito modello per struttura e servizi”, ricorda Jacobelli. “Ospita 23.439 spettatori, 21 esercizi commerciali, un centro medico Habilita e presto anche un museo societario. In parallelo, il centro sportivo di Zingonia ha raggiunto standard europei con 30 milioni di investimenti”.

DA GASPERINI A JURIC – “Il salto verso l’élite è iniziato nel 2016 con Gian Piero Gasperini, che a Bergamo ha scritto nove anni di calcio totale”, continua Jacobelli. “Tre terzi posti, qualificazioni a ripetizione in Champions e l’identità offensiva che ha ispirato mezza Serie A. Poi l’addio alla fine del 2024 e l’arrivo di Ivan Juric, l’allievo che ha saputo reinterpretare il maestro”.

Juric, scrive Jacobelli, “ha reso la squadra più ragionata, meno frenetica, più capace di controllare le partite. È imbattuto nelle prime sei di campionato, ha portato l’Atalanta a +3 rispetto a un anno fa e ha lanciato in orbita i giovani Ahanor e Bernasconi, mantenendo intatta la mentalità vincente del club”.

L’ACADEMY DEL FUTURO – Jacobelli dedica un passaggio ai nuovi gioielli di Zingonia: “Honest Ahanor, classe 2008, è il primo 17enne pagato 20 milioni nella storia della Dea. Al suo fianco Bernasconi, Scalvini, Musah, Samardzic, Zalewski e De Ketelaere: un patrimonio tecnico dal valore inestimabile. L’età media è di 26,1 anni, la seconda più giovane degli ultimi sette anni, sostenuta dai senatori de Roon, Djimsiti, Zappacosta e Pasalic”.

IL FUTURO È ADESSO – “A 118 anni,” conclude Jacobelli, “l’Atalanta è la Dea della corsa: correva nel 1907, corre oggi e continuerà a farlo. Ha superato i confini di Bergamo e rappresenta un modello calcistico di cui l’Italia deve andare fiera”.

Un racconto di identità, visione e appartenenza: l’Atalanta è diventata un simbolo di eccellenza, un modo di intendere il calcio e la vita che unisce impresa, talento e cuore.