
Spezia, la terza proprietà dell'anno è servita: fra stabilità, Serie A e l'Atalanta come modello
A distanza di poco più di due mesi in casa Spezia prende il via una nuova era, la terza di questa stagione che sta vedendo la squadra di Luca D’Angelo veleggiare nelle zone alte della classifica – con ancora una piccola speranza di conquistare la promozione diretta – nonostante i continui ribaltoni societari. L’annata infatti era iniziata sotto la gestione di quella famiglia Platek che aveva acquistato il club da Gabriele Volpi nel febbraio del 2021 in Serie A. La proprietà statunitense però aveva annunciato quasi subito la decisione di interrompere il sostegno alla squadra costringendola a cercare nuovi investitori.
Così a inizio anno era arrivata in soccorso del club la FC32 di Paul Francis, una società che contava diversi investitori e che controllava altri due club in Europa. L’avventura del gruppo australiano però è durata pochissimo a causa di diversi problemi sia di natura personale di Francis sia di reperimento delle risorse finanziarie necessarie per arrivare a fine anno. E così, dopo aver provveduto comunque al pagamento delle spettanze entro in 16 aprile (evitando così una penalizzazione), poche settimane fa c’è stato il nuovo cambio con l’arrivo di un altro statunitense come l’uomo d’affari Thomas Roberts che ieri si è presentato alla piazza.
“È successo tutto molto in fretta, non avevo bisogno di radunare investitori per raggiungere la cifra che serviva e ho preso al volo l’opportunità in prima persona. Abbiamo portato stabilità eliminando quel livello di incertezza che può esserci quando l’aspetto finanziario non è sicuro. Ora concentriamoci su quello che dirà il campo da qui alla fine della stagione”, sono state le sue parole mirate a rassicurare l’ambiente della ritrovata stabilità e puntando poi l’obiettivo sulla Serie A: “La promozione è una prospettiva attraente per tutti, ma bisogna procedere passo dopo passo”.
A fare da regista dell’operazione è stato quel Charlie Stillitano, già nel CdA con Francis, che ora riveste il ruolo di presidente del club ligure e che ha ribadito i modelli a cui lo Spezia deve puntare: “La famiglia Percassi ha fatto qualcosa di straordinario, così come la famiglia Pozzo, ma sono 40 anni che lavorano nel calcio. Dobbiamo avere i piedi per terra, penso che questa squadra abbia le fondamenta, che sia sulla buona strada. Abbiamo parlato con il direttore sportivo Stefano Melissano e con Andrea Gazzoli e siamo sulla stessa strada. Non potremo mai essere il Milan e il Real Madrid, dobbiamo capire chi siamo, ma se tra dieci anni qualcuno ci dirà che abbiamo fatto bene come i Percassi sarà solo un orgoglio”.
Così a inizio anno era arrivata in soccorso del club la FC32 di Paul Francis, una società che contava diversi investitori e che controllava altri due club in Europa. L’avventura del gruppo australiano però è durata pochissimo a causa di diversi problemi sia di natura personale di Francis sia di reperimento delle risorse finanziarie necessarie per arrivare a fine anno. E così, dopo aver provveduto comunque al pagamento delle spettanze entro in 16 aprile (evitando così una penalizzazione), poche settimane fa c’è stato il nuovo cambio con l’arrivo di un altro statunitense come l’uomo d’affari Thomas Roberts che ieri si è presentato alla piazza.
“È successo tutto molto in fretta, non avevo bisogno di radunare investitori per raggiungere la cifra che serviva e ho preso al volo l’opportunità in prima persona. Abbiamo portato stabilità eliminando quel livello di incertezza che può esserci quando l’aspetto finanziario non è sicuro. Ora concentriamoci su quello che dirà il campo da qui alla fine della stagione”, sono state le sue parole mirate a rassicurare l’ambiente della ritrovata stabilità e puntando poi l’obiettivo sulla Serie A: “La promozione è una prospettiva attraente per tutti, ma bisogna procedere passo dopo passo”.
A fare da regista dell’operazione è stato quel Charlie Stillitano, già nel CdA con Francis, che ora riveste il ruolo di presidente del club ligure e che ha ribadito i modelli a cui lo Spezia deve puntare: “La famiglia Percassi ha fatto qualcosa di straordinario, così come la famiglia Pozzo, ma sono 40 anni che lavorano nel calcio. Dobbiamo avere i piedi per terra, penso che questa squadra abbia le fondamenta, che sia sulla buona strada. Abbiamo parlato con il direttore sportivo Stefano Melissano e con Andrea Gazzoli e siamo sulla stessa strada. Non potremo mai essere il Milan e il Real Madrid, dobbiamo capire chi siamo, ma se tra dieci anni qualcuno ci dirà che abbiamo fatto bene come i Percassi sarà solo un orgoglio”.
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