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TMW Radio - Allarme Coronavirus, Ghirelli: "Faremo di tutto per evitare di giocare a porte chiuse"TUTTO mercato WEB
lunedì 24 febbraio 2020, 18:38Serie A
di Tommaso Maschio

TMW Radio - Allarme Coronavirus, Ghirelli: "Faremo di tutto per evitare di giocare a porte chiuse"

Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli è intervenuto ai microfoni di TMW Radio per parlare della situazione dopo il rinvio di diverse gare per l’allarme Coronavirus: “Siamo in una situazione di particolare complicazione dal punto di vista delle vicende. La salute viene prima di tutto e lo sport deve fare un passo indietro sul piano dell’organizzazione e lo dico io che sono un presidente di lega. Non bisogna né sottovalutare l’avvenimento né propagare la paura. Noi, vedendo quello che stava succedendo, abbiamo deciso di intervenire passo dopo passo rinviando le partite di Lombardia e Veneto attenendoci alla catena di comando: Governo, esperti, Coni, Federcalcio e infine le varie leghe. Inoltre questa mattina abbiamo deciso di intervenire adeguandoci al fatto che i Gironi A e B non giocassero i prossimi due turni previsti per mercoledì e domenica, anche se alcune regioni come la Toscana non sono state toccate, mentre il Girone C giocherà regolarmente. Ci auguriamo di ripartire il prima possibile, altrimenti ci adegueremo alle decisioni che verranno prese in sede governativa. Porte chiuse? Abbiamo deciso di riorganizzare il campionato nelle finestre aperte perché vogliamo giocare con il pubblico per dare due ore di felicità in un momento complesso, perché il calcio senza pubblico non ha senso e infine perché il trend positivo che abbiamo registrato nel girone d’andata si mantenga nonostante queste difficoltà. Salvo sorprese che non ci auguriamo puntiamo a non disputare gare a porte chiude. Se ci sarà un centimetro di possibilità di giocare a porte aperte noi lo faremo”.

Nelle altre leghe la situazione è però diversa
“La Serie A si trova nella situazione più delicata perché ha le coppe europee da disputare, con l’Inter che giocherà giovedì a porte chiuse perché se dovesse saltare quella sfida ci sarebbero ripercussioni internazionali, perché devono coordinarsi con le altre realtà internazionali. Il secondo elemento è che i giocatori delle squadre di Serie A dovranno essere dati entro una data improrogabile alle nazionali che disputeranno gli Europei. Noi, come Serie C, possiamo anche allungarci e giocare durante il periodo degli Europei, magari non incocciando con l’Italia, ma per la Serie A questo è impossibile. Stiamo provando a far funzionare una macchina che dà lustro al paese e che può portare un po' di serenità e tranquillità”.

Sarebbe auspicabile che questo spirito di collaborazione andasse avanti
“Io ripeto spesso che bisogna ragionare di sistema, come si sta facendo adesso, perché solo in questo modo si possono superare i piccoli egoismi che spesso bloccano il nostro calcio e paese. Io mi auguro che si possa continuare così dopo la fase emergenziale”.


Potrebbe esserci una proroga allo stato d’emergenza che vada oltre l’uno marzo?
“Difficile dirlo anche se mi auguro che dopo quella data si possa tornare a giocare a porte aperte iniziando da una grande sfida come Juve-Inter. Però bisogna aspettare l’evolversi della situazione e aspettare eventuali ulteriori provvedimenti. Giocare a porte aperte già da lunedì 2 sarebbe come festeggiare nuovamente Natale”.

Siete pronti a eventuali nuovi slittamenti?
“Dobbiamo abituarci a ragionale e lavorare a vista per mantenere la capacità di programmazione. Al momento attuale si possono recuperare le gare negli spazi che ci sono e quindi non cambia nulla nel nostro percorso. C’è poi anche da riprogrammare le gare del campionato Berretti che è anche più complicato rispetto alle prime squadre. Se poi si dovesse aggravare la situazione dovremo decidere, ma a oggi siamo sistemati”.

Come vede la reazione del paese e del Governo?
“Mi auguravo che non si dovesse vivere questa emergenza, ma al momento attuale c’è una risposta encomiabile da parte dei cittadini, una tenuta del paese forte dove emergono le capacità migliori degli italiani. La risposta complessiva è molto generosa, basti vedere l’operato di medici, infermieri e tutti coloro che lavorano nella sanità. Le istituzioni stanno percependo bene questa reazione, che ci dà l’immagine di un Paese migliore di quello che spesso pensiamo e magari potrebbe scattare quel qualcosa che può portarci fuori dalla crisi non solo dovuta al Coronavirus, ma più in generale”.