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Perinetti: “Arezzo e Vicenza pronte al salto in B, anni di lavoro stanno pagando”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Serra
Oggi alle 18:41Serie C
di Daniel Uccellieri

Perinetti: “Arezzo e Vicenza pronte al salto in B, anni di lavoro stanno pagando”

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L’esperto dirigente Giorgio Perinetti, oggi in Serie D all'Athletic Palermo, ha parlato ai microfoni di TMW Radio nel corso dell'appuntamento serale con la trasmissione A Tutta C. Direttore, lei conosce molto bene tutti i campionati, ovviamente, ma anche la Serie C, dove ha lavorato di recente. Partirei proprio dal girone che ha vissuto negli anni scorsi, quello meridionale. Quest’anno più che mai c’è un equilibrio enorme. Facciamo fatica a individuare una vera favorita per la vittoria finale. "Sì, ma è una cosa che nel Girone C si ripete spesso. L’anno scorso c’è stata l’esplosione dell’Avellino che ha dominato il campionato nella seconda parte. È un girone sempre molto combattuto: oltre alle difficoltà tecniche, ci sono anche quelle ambientali, perché è un girone fisico, impegnativo. Di solito la matassa si sbroglia solo nelle ultime tre o quattro giornate". Quindi secondo lei non c’è una vera favorita? Almeno sulla carta, c’è una squadra che sembra più forte delle altre? "Sulla carta avevo pensato a Catania, Casertana e Benevento. Ora però il Cosenza sta venendo fuori molto bene: ha un allenatore valido, che faceva giocare bene il Rimini e che da calciatore ha avuto esperienze importanti, e ora le sta ripetendo da tecnico. Cosenza è una piazza importante, trascinante. Magari a gennaio prendono un paio di giocatori per completare la rosa… insomma, sarà un campionato molto combattuto. Benevento è in difficoltà, ma Casertana, Catania, Cosenza… è un girone incerto come sempre". Lei è un grande esperto di mercato. Le chiedo: quanto è difficile per queste squadre che lottano per la promozione muoversi nel mercato di gennaio, considerando che solo una sale direttamente mentre le altre devono passare dalla lotteria dei playoff? "Non è che il mercato di gennaio sia difficile in sé. Il problema è che le squadre che stanno davanti si domandano quanto intervenire: toccare troppo può rompere equilibri importanti. Tu pensi di rinforzarti, ma rischi di creare disequilibri. È un mercato molto strategico: devi capire bene dove intervenire veramente e non farti ingolosire dalle opportunità. Per esempio, quando vincemmo il campionato di C con Inzaghi a Venezia contro il Parma, loro a gennaio fecero inserimenti enormi, mentre noi prendemmo solo uno o due giocatori. A gennaio c’erano due punti di differenza, alla fine diventarono otto. Bisogna essere mirati: l’opportunità a volte può essere controproducente rispetto all’equilibrio costruito nella prima parte di stagione". Cambio girone: vado nel Girone B. Nell’ultimo turno c’è stata una prova di forza importante dell’Arezzo, che sta dimostrando di essere la più forte. Forse non è uno strappo decisivo come quello del Vicenza nel Girone A, ma l’Arezzo, nonostante l’Ascoli sia molto competitivo e il Ravenna una splendida sorpresa, sembra la favorita. "Sì, ma parliamo di due realtà - Vicenza e Arezzo - che da due o tre anni si preparano per il salto. L’Arezzo in passato non ci è riuscito, ma ha completato un percorso che oggi lo rende di diritto la favorita. Il campionato è lungo, lo sappiamo, e il Ravenna è un avversario forte, con una società solida, mezzi importanti e la guida esperta di un veterano come Braida. Non molleranno. Però l’Arezzo sembra davvero in grado di capitalizzare il lavoro degli ultimi anni". Se l’aspettava un inizio così del Ravenna? Ricordiamo che è una neopromossa in Serie C. "Sì, ma le neopromosse ben strutturate possono fare questi percorsi. Lo dico anche per esperienza personale: quando facemmo la cavalcata dalla D alla B con il Venezia, e quasi riuscimmo a salire addirittura subito in A, dimostra che è possibile. Il Ravenna arriva da una D neppure vinta, perché c’è stato un ripescaggio, ma è una squadra seria, forte, sta facendo bene e non mi sorprende vederla lì". Prima parlava del Vicenza. Anche loro, come l’Arezzo, sono anni che inseguono questo salto. Hanno un bel vantaggio sulle inseguitrici: le chiedo un giudizio proprio sulle rivali, Lecco, Union Brescia e il Cittadella, partito malissimo e che adesso si è ripreso alla grande. Secondo lei è troppo tardi per colmare il gap con il Vicenza? "Il Vicenza è strutturato: ha un allenatore molto bravo, un ambiente straordinario per la C, un grande pubblico, una grande società. Credo davvero che questo possa essere l’anno giusto. Il Brescia sta facendo un percorso particolare: da una situazione di ricostruzione senza responsabilità immediate, è passato alle pressioni da squadra che deve lottare per i primi posti. Non è facile. Il Lecco si sta comportando bene. Il Cittadella, invece, ha più esperienza: ha un direttore fantastico, che resta in C per scelta personale, ma potrebbe stare in A quando vuole. Hanno esperienza, competenza e qualità: se il Vicenza rallenta un po’, il Cittadella sarà sicuramente lì nei paraggi fino alla fine". Direttore, prima di salutarla so che ci teneva a parlare del suo libro, “Quello che non ho visto arrivare”. "Sì. Ho scritto questo libro riportando un’esperienza personale molto dolorosa. Non è tanto il libro in sé, quanto il messaggio che vuole trasmettere. Ho raccontato in maniera cruda il disagio di un genitore, ma nel finale ho voluto far capire che mia figlia ha lottato fino all’ultimo per sopravvivere. Non ce l’ha fatta, ma il messaggio è che chi soffre di disturbi alimentari - anoressia, bulimia - deve sapere che una strada per salvarsi c’è, esiste, ed è percorribile. Bisogna cercare in tutti i modi di rivedere la luce. Questo è il senso del libro".