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Bologna, Ferguson scalda i motori per San Siro: in campo 180' con la ScoziaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:45Serie A
di Leonardo Nevischi

Bologna, Ferguson scalda i motori per San Siro: in campo 180' con la Scozia

Lewis Ferguson è ancora in attesa del suo primo minuto stagionale in Serie A. Dopo la lesione di primo grado al polpaccio sinistro rimediata in allenamento a inizio agosto, il capitano del Bologna è rimasto in panchina sia all’Olimpico contro la Roma sia al Dall’Ara contro il Como. Vincenzo Italiano non ha voluto rischiare forzature, consapevole dell’importanza dello scozzese negli equilibri della squadra. Durante la pausa per le Nazionali, però, il centrocampista classe 1999 ha ritrovato fiducia e continuità: 90 minuti sia con la Danimarca sia con la Bielorussia, due partite che hanno rappresentato un banco di prova importante per testare la sua condizione atletica e il ritmo partita. Segnali incoraggianti, che aprono a un interrogativo in vista della sfida di sabato a San Siro contro il Milan. Con Ferguson in campo, infatti, il Bologna guadagna profondità e soluzioni. La sua capacità di inserirsi senza palla, unita al dinamismo e al contributo nelle due fasi, offre ad Italiano una variante tattica che né Nicola Moro né Tommaso Pobega possono garantire con la stessa continuità. Il primo porta ordine e geometrie, ma meno strappi; il secondo fisicità e corsa, ma senza la stessa lucidità negli ultimi trenta metri. Lo scozzese, invece, rappresenta un equilibrio tra sostanza e qualità, capace di dare verticalità all’azione e di incidere anche in zona gol. Italiano avrà finalmente il suo capitano pronto per guidare la mediana rossoblù oppure sceglierà ancora la via della cautela, affidandosi a Moro (titolare con il Como) o l’ex Pobega (schierato alla prima all'Olimpico)? La risposta arriverà solo sabato a San Siro, ma la certezza è che Ferguson sta tornando e il Bologna ha bisogno della sua leadership per affrontare un calendario che - con quattro competizioni - si annuncia ricco ed impegnativo. Lo scozzese non è solo un leader emotivo, ma anche un fattore tecnico-tattico che può fare la differenza in partite di alto livello.