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Petrone: "Vicenza dominante, Ravenna non è una sorpresa. Nel Girone C tutto aperto"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 21:49Serie C
di Luca Bargellini

Petrone: "Vicenza dominante, Ravenna non è una sorpresa. Nel Girone C tutto aperto"

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Mario Petrone, ex tecnico di Rimini, Catania, Ascoli e Lumezzane, ha analizzato il momento del campionato di Serie C attraverso i microfoni di TMW Radio all'interno della trasmissione 'A Tutta C': Mister siamo arrivati alla fine dell’anno solare e dei gironi d’andata. È il momento giusto per tracciare un primo bilancio generale? "Assolutamente sì. A questo punto sono state affrontate tutte le avversarie e i valori sono abbastanza chiari. I bilanci si possono fare, anche se poi il girone di ritorno porta sempre dinamiche diverse". Partiamo dal Girone A. Il Vicenza è imbattuto, numeri impressionanti e un dominio evidente. Se lo aspettava a questi livelli? "Sì, il Vicenza era la grande favorita. La continuità progettuale e di risultati sta facendo la differenza. Dodici punti di vantaggio al giro di boa sono tantissimi. In tutti e tre i gironi sapevamo che certi organici erano competitivi, ma il Vicenza è quello che ha già fatto il vuoto. Non credo debba preoccuparsi di molto, se non della gestione della stagione tra squalifiche e infortuni. Il divario è importante". Prima di passare agli altri gironi, una battuta sull’esonero di Diana a Brescia e sull’arrivo di Corini. Che segnale è stato? "Il segnale è quello di una società che sta facendo calcio. Brescia è una piazza diversa da Salò e ha esigenze differenti. Il momento dell’esonero non ha aiutato Diana, ma la scelta di Corini credo sia stata soprattutto progettuale, anche in ottica playoff. È un allenatore che conosce la piazza e la categoria, più che un semplice cambio tecnico è una scelta con una visione". Nel Girone B c’è grande equilibrio: Ravenna e Arezzo in testa, Ascoli subito dietro. Si aspettava un duello così acceso? "Arezzo e Ascoli erano le squadre indicate come favorite, ma il Ravenna è una neopromossa solo sulla carta. È una società ambiziosa, con giocatori come Okaka e Viola che in Serie C ce ne sono pochi. Hanno anticipato il mercato e si vede: la squadra è cresciuta molto anche nella gestione del possesso. Credo che fino alla fine dirà la sua". L’Ascoli è un po’ più staccato, ma ancora in corsa. Cosa manca secondo lei per fare il salto? "L’Ascoli ha fatto un inizio di stagione eccellente, ma statisticamente ha incontrato poche squadre di alta classifica all’inizio. Nelle ultime partite, contro le big, ha perso diversi punti. Serve forse qualche innesto di esperienza a gennaio. È una delle poche squadre che propone un gioco offensivo nella metà campo avversaria, ma manca quella cinicità nei momenti decisivi". Anche un pizzico di sfortuna, tra infortuni e assenze, ha inciso? "Sì, assolutamente. Gli infortuni di giocatori offensivi importanti pesano. Quando incontri squadre più strutturate e hai delle assenze, è normale fare più fatica. L’importante è perseverare nel lavoro settimanale e nelle idee di gioco. L’Ascoli ha potenzialità per crescere ancora nel girone di ritorno". Passiamo al girone C, dove la classifica è cortissima e le big sono tutte lì. È il solito girone imprevedibile? "Sì, lo avevamo detto dall’inizio. Benevento, Catania, Salernitana e Cosenza sono realtà troppo importanti. È un girone molto equilibrato, che probabilmente si deciderà solo nelle ultime giornate. Anche squadre oggi più indietro hanno valori superiori a quanto dice la classifica". Chiudiamo con una parentesi sulla Serie A e su Riccardo Orsolini, che lei conosce bene. Che aspettative ha per lui e per il Bologna? "Orsolini è un ragazzo serio, un professionista vero. Bologna è una realtà perfetta per lui, quasi su misura. Oggi non è più una provinciale, ma una squadra che sta facendo grandi cose. In Italia vediamo pochi giocatori capaci di saltare l’uomo, lui è uno di questi. Mi auguro che possa dare una mano anche alla Nazionale e centrare il Mondiale: se lo merita per quanto sta facendo negli ultimi anni".