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Faragò e la sua nuova vita: "Il calcio ti rende nomade, per questo ho deciso di mettere radici in Sardegna con la mia famiglia"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
ieri alle 22:00Ex rossoblù
di Vittorio Arba
per Tuttocagliari.net

Faragò e la sua nuova vita: "Il calcio ti rende nomade, per questo ho deciso di mettere radici in Sardegna con la mia famiglia"

L’ex centrocampista del Cagliari Paolo Faragò, che ha appeso gli scarpini al chiodo nel gennaio 2024 a soli 30 anni dopo la risoluzione del contratto con il Como, è stato ospite di Radio X nel programma di Giuseppe Murru “Un caffè a Radio X”, dove ha raccontato la sua nuova vita tra le colline del Parteolla, dedicata alla viticoltura con le Tenute Faragò.

“Non volevo restare nel mondo del calcio, per tanti motivi – ha spiegato –. Il calcio ti rende nomade, e io invece avevo deciso di mettere radici, di immaginare la mia famiglia qui, in Sardegna”.

Una decisione condivisa con la moglie, medico, conosciuta durante gli anni di specializzazione a Cagliari, e maturata in modo naturale: “Ci siamo guardati un giorno e abbiamo detto: ‘Mi sa che stiamo bene in Sardegna’. E abbiamo comprato casa”.

La passione per il vino è nata quasi in parallelo al desiderio di stabilità: “Ho iniziato nel 2021, mentre ancora giocavo. All’inizio non sapevo nulla, mi sono affidato a professionisti e ho imparato un po’ alla volta”.
Oggi Faragò produce circa 18 mila bottiglie tra rossi, bianchi e rosati, ma il suo obiettivo non è la quantità: “Il mio obiettivo è fare meno bottiglie possibili, ma di qualità. Non mi interessa prendere mercati, voglio offrire un’esperienza speciale”.

I suoi vigneti sorgono nel cuore del Parteolla, tra Serdiana e Soleminis: “Ho scelto quest’area perché volevo che il terreno fosse vicino a Cagliari, ma anche in un luogo con una tradizione agricola autentica”.
Da ex calciatore, oggi Faragò parla con la consapevolezza di un viticoltore attento alla sostenibilità e alla biodiversità: “Le monocolture impoveriscono i suoli. Qui invece c’è equilibrio, ed è questo che rende possibile fare un vino vero”.

Il progetto, però, va oltre la semplice produzione vinicola: “Sto lavorando per creare un’esperienza completa: ho piantato ulivi, melograni, pistacchi, un orto e perfino le arnie per le api. Stiamo pensando anche a uno spazio per tenere degli animali. Voglio che sia un luogo dove una famiglia possa venire e vivere la campagna, non solo degustare il vino”.

Dopo una carriera trascorsa tra viaggi e spogliatoi, Faragò ha trovato nella terra un nuovo ritmo di vita, più autentico e umano: “Il vino si fa in vigna, con pazienza e presenza. È un lavoro duro, ma dà un senso diverso alle giornate”.