
Cesena, Klinsmann: "La Nazionale USA il mio obiettivo. Mondiale? Ricordo il 2006..."
Convocazione con la Nazionale USA allenata da Mauricio Pochettino per il portiere del Cesena, Jonathan Klinsmann. Il figlio della leggenda del calcio tedesco, Jurgen, ha raccontato le sue emozioni in un'intervista ai canali ufficiali della FIFA:
"Sono estremamente emozionato. Credo che ospitare una Coppa del Mondo nel proprio Paese sia sempre qualcosa di speciale, non solo per i tifosi ma anche per la crescita del calcio. Negli Stati Uniti questo sport è cresciuto molto negli ultimi anni e sono sicuro che il Mondiale darà un’ulteriore spinta. Per i tifosi sarà incredibile, ma lo è anche per i giocatori: tutti vogliono farne parte. Adesso che la convocazione è arrivata, l’obiettivo sembra più realistico rispetto a una settimana fa. Voglio solo scendere in campo, fare bene e meritarmi altre chiamate".
È stata una sorpresa ricevere la convocazione giocando in Serie B in Italia?
"Non direi una sorpresa, perché è sempre stato un mio obiettivo. Ho sempre sperato di tornare in nazionale e ora che ci sono, ne sono davvero grato e felice. Arrivarci è fantastico, ma la vera sfida è restarci. Con la Coppa del Mondo così vicina, la motivazione è ancora più grande. È bello ricevere questa convocazione proprio adesso, in un momento importante della mia carriera".
Con l’importanza che tuo padre Jürgen ha avuto per la Germania, sei sempre stato sicuro di voler rappresentare gli Stati Uniti?
"Sì, per me è sempre stato naturale. Sono cresciuto nei programmi giovanili degli USA e ho passato lì la maggior parte della mia vita. Certo, se fosse arrivata una chiamata dalla Germania ci sarebbe stata una riflessione da fare, ma mi sono sempre sentito a casa con gli Stati Uniti".
Qual è il primo ricordo che ti viene in mente pensando alla Coppa del Mondo FIFA?
"Il 2006 in Germania, è stato un momento speciale per la mia famiglia. Ero piccolo, ma ricordo che andai all’hotel della squadra e chiesi a tutti i giocatori di firmarmi un pallone. Nel cortile c’era un mini campo dove giocavamo con gli altri bambini, e sono ancora amico di uno di loro. I Mondiali sono così: un momento unico in cui si ritrovano tifosi, famiglie e giocatori. Anche il 2014 in Brasile mi è rimasto impresso: ero più grande, quindi l’ho vissuto in modo diverso, con un po’ più di tensione, ma resta un ricordo molto positivo".
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