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Peccato, Bernardeschi. L'avventura alla Juventus non doveva andare così
Forse non tutti lo ricorderanno ma il 28 luglio 2017 - il giorno della presentazione di Federico Bernardeschi alla Juventus - in conferenza stampa l'argomento che appassionava di più giornalisti e tifosi era uno e uno soltanto: dare o non dare subito la numero 10 a Bernardeschi? La Juventus dopo una lunga riflessione, e senza ascoltare una parte della tifoseria che spingeva per dare subito all'ex Fiorentina la casacca più prestigiosa, alla fine decise di no e concordò col giocatore la numero 33: "Perché il 33? Perché sono credente e credo sia questo il significato più appropriato. Il numero 10 me lo devo meritare, se fosse stato per me lo avrei preso, ma è giusto così", disse il giocatore in sede di presentazione.
Bernardeschi approdò alla Juventus sulla scia degli acquisti di Pjanic e Higuain, con l'obiettivo di rinforzare la squadra con i migliori prodotti del nostro campionato e, contemporaneamente, indebolire le rivali. In quel caso a farne le spese fu la Fiorentina, che dovette cedere il giocatore dopo un lungo tira e molla e tra il dispiacere di una piazza che in quel trasferimento rivide un po' - per importanza, per spessore del giocatore - l'addio di Roberto Baggio.
Tre anni dopo, quel paragone è senza dubbio irriverente. E quelle premesse sono smentite. Dispiace per Federico Bernardeschi, perché il passaggio alla Juventus avrebbe dovuto giovare anche in chiave Nazionale, ma oggi i risultati e le partite raccontano di un progetto totalmente fallito. Che magari (ce lo auguriamo) subirà presto una inversione di tendenza, ma che più verosimilmente arriverà a una svolta solo quando le strade tra il giocatore e la Juve si separeranno.
Cinque nella prima stagione, tre nella seconda, due in quella scorsa. Sono i gol fin qui realizzati in bianconero da Bernardeschi, giocatore che al netto delle reti realizzate ha avuto probabilmente nella sua seconda stagione - e nella prestazione contro l'Atletico Madrid - l'apice della sua carriera in bianconero. Una carriera che sta deflagrando in non si sa bene quale direzione. Il numero 33 è sempre più un ibrido che tutti - e quindi Pirlo compreso - non sanno bene dove schierarlo. Ieri alla sua prima stagionale da titolare il tecnico juventino l'ha schierato a sinistra, a tutta fascia nel suo 3-5-2. E' stato per distacco il peggiore in campo, è stato il propiziatore del gol di Favilli.
Bernardeschi non convince e, problema forse più grave, ormai non sembrano esserci più i margini per pensare a un suo nuovo ruolo da protagonista. Ieri, per stessa ammissione di Pirlo, ha giocato dall'inizio perché: "Kulusevski veniva da sei partite di fila, era giusto farlo riposare e poi era l'unico cambio offensivo dalla panchina e mi sembrava giusto dare spazio a Bernardeschi che non giocava da un po'".
Riserva, insomma, di un 2000 arrivato una manciata di settimane fa: non il massimo della vita per chi era arrivato con l'obiettivo di raccogliere l'eredità dei grandi 10 della Juventus...
Bernardeschi approdò alla Juventus sulla scia degli acquisti di Pjanic e Higuain, con l'obiettivo di rinforzare la squadra con i migliori prodotti del nostro campionato e, contemporaneamente, indebolire le rivali. In quel caso a farne le spese fu la Fiorentina, che dovette cedere il giocatore dopo un lungo tira e molla e tra il dispiacere di una piazza che in quel trasferimento rivide un po' - per importanza, per spessore del giocatore - l'addio di Roberto Baggio.
Tre anni dopo, quel paragone è senza dubbio irriverente. E quelle premesse sono smentite. Dispiace per Federico Bernardeschi, perché il passaggio alla Juventus avrebbe dovuto giovare anche in chiave Nazionale, ma oggi i risultati e le partite raccontano di un progetto totalmente fallito. Che magari (ce lo auguriamo) subirà presto una inversione di tendenza, ma che più verosimilmente arriverà a una svolta solo quando le strade tra il giocatore e la Juve si separeranno.
Cinque nella prima stagione, tre nella seconda, due in quella scorsa. Sono i gol fin qui realizzati in bianconero da Bernardeschi, giocatore che al netto delle reti realizzate ha avuto probabilmente nella sua seconda stagione - e nella prestazione contro l'Atletico Madrid - l'apice della sua carriera in bianconero. Una carriera che sta deflagrando in non si sa bene quale direzione. Il numero 33 è sempre più un ibrido che tutti - e quindi Pirlo compreso - non sanno bene dove schierarlo. Ieri alla sua prima stagionale da titolare il tecnico juventino l'ha schierato a sinistra, a tutta fascia nel suo 3-5-2. E' stato per distacco il peggiore in campo, è stato il propiziatore del gol di Favilli.
Bernardeschi non convince e, problema forse più grave, ormai non sembrano esserci più i margini per pensare a un suo nuovo ruolo da protagonista. Ieri, per stessa ammissione di Pirlo, ha giocato dall'inizio perché: "Kulusevski veniva da sei partite di fila, era giusto farlo riposare e poi era l'unico cambio offensivo dalla panchina e mi sembrava giusto dare spazio a Bernardeschi che non giocava da un po'".
Riserva, insomma, di un 2000 arrivato una manciata di settimane fa: non il massimo della vita per chi era arrivato con l'obiettivo di raccogliere l'eredità dei grandi 10 della Juventus...
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