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La polemica, l’infortunio, le colpe FIFA: Diao di nuovo ko, ora Coppa d’Africa a rischioTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 09:45Serie A
di Ivan Cardia

La polemica, l’infortunio, le colpe FIFA: Diao di nuovo ko, ora Coppa d’Africa a rischio

"Io ho chiesto per favore un po' di senso, di non portarlo, perché in otto mesi ha fatto tre partite, mezze e mezze”. Cesc Fabregas ha raccontato così, nel post partita di ieri sera, la conversazione con il commissario tecnico del Senegal, a tema Assane Diao. La convocazione dell’attaccante del Como per la Coppa d’Africa - al via il 21 dicembre, ma da oggi il giocatore è atteso in nazionale - è da sempre un tema caldo, sulle rive del Lago. Non per una contrarietà aprioristica, ma per le condizioni fisiche di Diao, che ancora non è tornato al top. E invece Fabregas ha raccontato di un sostanziale ricatto: o Coppa d’Africa o niente Mondiale. Difficile mettere Assane davanti a una scelta così dura. La gara con la Roma, però, ha confermato i timori del tecnico spagnolo e in generale del Como. Uscito dolorante nel primo tempo, Diao ha accusato un problema al flessore, come raccontato da Fabregas nel post partita. È troppo presto per avere maggiori dettagli, ma in condizioni normali sarebbe difficile immaginare il giovane attaccante pronto ai nastri di partenza della competizione, che vedrà il Senegal nello stesso girone di Benin, Botswana e Repubblica Democratica del Congo. Partecipazione a rischio, giocoforza. La querelle, peraltro, riaccende il tema - molto sentito dai club - dei rapporti con le nazionali. Nel caso delle competizioni ufficiali, le società non hanno praticamente alcuno strumento per opporsi alla convocazione dei propri tesserati: tutto giusto, finché non si creano cortocircuiti, decisionali o comunicativi. Gli stipendi li pagano comunque i club e, in caso di infortunio, gli indennizzi non coprono certo le spese (al netto delle assicurazioni che tutti stipulano, e che comunque hanno un costo). In questo contesto, si inserisce una competizione che sarebbe dovuta tornare a un calendario più “normale”: la Coppa d’Africa di quest’anno era infatti in programma tra giugno e luglio. Salvo essere spostata - dalla CAF, ma con l’occhio languido della FIFA - a fine anno, per evitare sovrapposizioni con la prima edizione del nuovo Mondiale per club, il nuovo torneo nella vetrina del calcio mondiale. Risultato: una competizione che gli organizzatori non avrebbero voluto in queste date, e che crea enormi problemi a tutte le società europee. E non si tratta, attenzione, di eurocentrismo spicciolo: la grande maggioranza dei giocatori arriva dai club europei (una ventina dalla Serie A, trentadue dalla Premier League, e via dicendo), e anche altri tornei con diversi protagonisti - per esempio la Saudi Pro League - seguono lo stesso calendario. È banale buonsenso.