
Con Kean e Dodo si può fare. La Fiorentina deve credere alla terza finale di Conference
La Gazzetta dello Sport apre le sue pagine odierne dedicate alla Fiorentina ripartendo dalla notte di Siviglia, riassumendo la sconfitta patita col Betis ed elencando i punti salienti della gara che devono spingere Palladino a credere ancora alla qualificazione. Il primo viola celebrato dalla Rosea è Luca Ranieri, capitano nonché volto di questa squadra. Prima del match, dopo il minuto di silenzio per Papa Francesco, in uno stadio che era già un catino biancoverde, il difensore ha riunito i suoi e li ha condotti in una rapida incursione nella metà campo avversaria per andare sotto lo spicchio occupato dai tifosi viola. Voleva spezzare l’incantesimo, esorcizzare il potere dell’onda verde. Un gesto inusuale in quel frangente, e significativo. Nella ripresa firma anche la rete che tiene a galla la Fiorentina.
Successivamente, il quotidiano sposta l'attenzione su Moise Kean, fondamentale per la gara di ritorno dopo averlo avuto solo a mezzo servizio nel match d'andata. Natan, centrale del Betis in prestito dal Napoli, ha ammesso a fine partita con onestà le difficoltà incontrate nel cercare di fermare l'attaccante, e per la Fiorentina sarebbe importante anche il recupero di Dodo, che Palladino ritiene possibile (il giocatore da giorni aveva messo il mirino su questo impegno). A Siviglia Parisi spostato a destra ha sofferto la vitalità di Abde e non ha sfruttato al meglio gli spazi offerti dal Betis. Tutti ingredienti che devono spingere la Viola a credere nella terza finale europea consecutiva.







