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Lavori al Franchi e «Decreto sport»: Fiorentina alla finestra per ottenere più vantaggiTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 10:00Copertina
di Donato Mongatti
per Firenzeviola.it

Lavori al Franchi e «Decreto sport»: Fiorentina alla finestra per ottenere più vantaggi

Il «Decreto sport» annunciato lo scorso mese dal ministro Andrea Abodi e che dovrebbe essere varato a breve, potrebbe venire incontro alla Fiorentina, che da mesi ha formalmente manifestato al Comune di Firenze la possibilità di entrare a far parte della ristrutturazione dello stadio Franchi, ammodernamento che, come noto, a oggi non è interamente coperto dai finanziamenti necessari per completare quanto ideato da Arup (la società di progettazione che si è aggiudicata il concorso internazionale per dare una nuova veste a una struttura inaugurata da quasi 100 anni).

Il decreto, tra l'altro, prevede la procedura commissariale per gli impianti sportivi che consentirebbe di accelerare gli iter burocratici per ottenere i nulla osta alla costruzione ex novo o l'ammodernamento di strutture sportive. La scelta rappresenterebbe un aiuto non trascurabile in ottica Euro 2032: entro ottobre 2026 la Uefa dovrà indicare quali saranno i 5 stadi d'Italia (assieme ad altrettanti della Turchia) che accoglieranno la manifestazione continentale e le candidature delle città potranno essere avanzate allegando un progetto esecutivo dell'impianto approvato. L'esecutivo è l'ultimo passo progettuale di un lungo percorso approvativo, che impone conferenze dei servizi e verifiche impossibili da compiere in poche settimane, ma che grazie a specifiche norme potrebbero subire una contrazione dei normali tempi dettati dalle leggi ordinarie. Roma, Milano e Torino (quest'ultima città è la sola che dispone già di un impianto moderno e con capienza adeguata) saranno sedi certe, mentre per i due posti rimanenti Firenze, dato che ha già i lavori di ristrutturazione in corso e un'importanza storico-artistica da «vendere» ai tifosi europei, ha ottime possibilità di entrare nella rosa.

Il decreto, inoltre, potrebbe favorire l'erogazione di finanziamenti che andrebbero a coprire almeno una parte delle risorse mancanti sul Franchi, ma come detto, soprattutto favorire ancora di più un eventuale supporto da parte di Commisso. Da mesi i tecnici del club viola (col sostegno da parte del Comune per chiarire gli adempimenti necessari) stanno lavorando a una proposta di project financing per intervenire in parte dell'ammodernamento dello stadio. In sostanza il privato (Acf) consegna all'amministrazione un progetto (chiaramente l'idea di Arup non deve essere stravolta, ma delle variazioni di alcuni ambienti sono possibili). L'idea, tra l'altro, deve essere accompagnata dalla stima dei costi e dal «do ut des», ovvero la contropartita che il proponente vuole in cambio dell'investimento. Questa contropartita, ovviamente, non è a discrezione del privato, ma si deve basare su una serie di perizie asseverate, che dimostrino che l'investimento di risorse private su un bene pubblico viene ripreso in un tot numero di anni (ipotizzando i ricavi al netto di costi e imposte). Facciamo un esempio chiaro: se la proposta di Commisso fosse «metto 50 milioni e voglio 50 anni di concessione del Franchi a zero euro di canone annuale», o viene respinta, o dopo 5 minuti arriva la Finanza in Palazzo Vecchio. Chiaro?

Tutto deve essere definito nel rispetto delle norme, i discorsi tipo «se mette i soldi fa come gli pare», lasciamoli ai bevitori di vermut e grondini quando fanno colazione al bar. Il tempo per avanzare una proposta di project non manca e per un imprenditore attento al capitale come il presidente gigliato anticipare i tempi, senza valutare quali possibilità offrirà il decreto, sarebbe poco lungimirante. L'obiettivo deve essere sfruttare al meglio le possibilità che offriranno il provvedimento statale, garantendo ancora più vantaggi di quelli ottenibili oggi.