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La novità di Pioli? Il buon senso al potere. Sembra tutto normale, prima non lo era...TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Copertina
di Mario Tenerani
per Firenzeviola.it

La novità di Pioli? Il buon senso al potere. Sembra tutto normale, prima non lo era...

Se lo chiamano “Normal One” ci sarà un motivo. E in questi periodi di follia collettiva, la normalità viene eletta a valore di acciaio. E assai rara. Stefano Pioli è tutto questo. Un ponte tra conservazione e innovazione, con gli occhi sempre inchiodati sul presente. La sua specialità è il buon senso. Caratteristica che servirebbe a chi governa, sia il pubblico o il privato, a chi è chiamato a gestire un branco di anime. L’alba della nuova stagione è caratterizzata fortemente da un ritrovato buon senso con risvolti cromatici viola. Qualcuno sorriderà, sibilando a denti stretti che il buon senso non fa gol. Se ne potrebbe parlare a lungo, ma ci teniamo alla larga. La meraviglia sta nel fatto che tutto ciò torna al potere a Firenze dopo anni non esattamente felici, non propriamente azzeccati per scelte politiche e tecniche. Invece Pioli ha rimesso al centro la logica laddove se ne era vista sempre poca. 

Una rosa di 20 giocatori più 3 portieri
Il buon senso è emerso nella costruzione della rosa. In un’era calcistica in cui i gruppi spesso sono extralarge, con allenatori ansiosi di aver l’alternativa anche in magazzino, Pioli è sbucato in sala stampa dicendo: “Voglio pochi calciatori e sono pronto anche da affrontare una-due partite in emergenza, attingendo magari al bacino dei giovani”. L’avesse pronunciate qualche altro quelle parole, avremmo fatto spallucce, siamo onesti. Invece con Pioli si è accesa la lampadina. Detto e fatto: la società lavora duramente per assicurargli 20 giocatori di manovra e 3 portieri. Sembra di essere tornati al pallone di Stefano giocatore. A quel tempo il mantra viaggiava su questi binari: 16 giocatori, piu’ 4 primavera e via andare. Ora siamo saliti a 20, ma la differenza è aderente alle esigenze di un calendario più fitto. Pioli ha ragione: il giovedì quando deve dare le casacche per la partitelle non vuole broncini, atteggiamenti che mandano in tilt (e’ un eufemismo…) un allenatore. Non solo: se hai solo 20 uomini, più naturalmente i 2 portieri per la partitella, il test diventa probante perché tutti vanno a mille. L’altra parola chiave del dizionario di Pioli è intensità, retaggio del suo corregionale Sacchi, l’Arrigo da Fusignano. Un romagnolo, mentre Stefano è parmense, come si evince dall’erre arrotata. Senza intensità non si va da nessuna parte. Puoi toccare bene il pallone, ma oggi bisogna correre tanto e bene. Aggredire l’avversario, saltargli addosso e recuperare il pallone quando si perde. Serve tanta intensità. 

L'attacco con 4 uomini, di cui 2 centravanti 
Il reparto offensivo torna ad essere folto e noi sorridiamo solo a parlarne. Dopo anni di carestia, con punte centellinate e spesso vaporose, tranne l’eccezione di Vlahovic e Kean, dietro ai quali c’era una sorta di vuoto pneumatico, si ricomincia a guardare all’attacco come ad una squadra nella squadra. Il buon senso di Pioli si manifesta nel desiderio di avere almeno due centravanti puri che sappiano attaccare la profondità come Kean e come quello che Pradè e Goretti stanno cercando sul mercato, quindi un ex ariete, trasformatosi in un sontuoso distributore di magie sulla trequarti, come Dzeko, poi due numeri 10 come Gudmundsson e Fazzini, gente capace da fare un po’ di tutto là davanti, a cominciare dal fornire un'assistenza pregevole al numero 9 di turno. 

Difesa a 3 con 6 elementi assortiti bene e un centrocampo con pedine che sanno ruotare
Buon senso nel surfare l’onda di un cambiamento in atto nel centrocampo: non più ruolo fissi, ma ruotanti. Davanti alla difesa non registi in purezza, ma mediani dalla qualità elevata e dalle riconoscibili geometrie. Buon senso nel non scherzare con la difesa, il settore più delicato perché il vento ancora non è mutato: i grandi successi si raggiungono beccando pochi gol, fatevene una ragione. Ma non significa che non si debba attaccare, anzi. Sempre con equilibrio, però, con due fasi assolutamente bilanciate. E in più dal punto di vista numerico non si può derogare né accontentarsi: difendere con 3 giocatori equivale ad avere 3 coppie di difensori ben assortite affinché la terza linea sia omogenea. 

Sembra tutto normale, sì, ma prima non lo era… Il buon senso è tornato ad essere il partito di maggioranza a Firenze. Elezioni chiuse.