L'Inter al momento non studia alternative: Lookman resta il piano A, B e C

Ademola Lookman resta il nome al centro del mercato di Inter e Atalanta. Ieri Luca Percassi, amministratore delegato della Dea, ha fatto riferimento alle cifre e tempi della trattativa: in viale della Liberazione, dopo l’offerta formale presentata martedì, si aspettano una risposta entro domani. Potrebbe non arrivare, anche perché il riferimento di Percassi alle tempistiche non è stato per nulla casuale e l’Atalanta non vuole sentirsi tirata per la giacca con ultimatum. Nel caso, sarebbe considerata come un rifiuto. Ma, detto che di valutazioni in corso nella vicenda ve ne sono parecchie, non comporterebbe il tramonto della trattativa.
Inter, c’è sempre fiducia. Quello che filtra dalla società vicecampione d’Europa è che la pista Lookman resta più che aperta. La volontà del giocatore, altro argomento toccato dall’ad bergamasco nelle sue dichiarazioni, è chiara ed è un punto di forza per Marotta e il resto della dirigenza. D’altra parte, a oggi l’Inter non studia davvero alternative: da Asensio (sempre atteso in Turchia ma per ora ancora a Parigi) a Nkunku, passando per Kulusevski e Nico Gonzalez - ma non solo - i giocatori proposti nelle scorse settimane, anche prima che emergesse il nome di Lookman, sono stati diversi e qualcuno non dispiace nemmeno, a livello tecnico. Al momento, però, per l’Inter il nigeriano non è solo il piano A, ma anche il B e il C.
È questione (anche) di principio. Che l’Inter, al momento, non valuti alternative concrete dà l’idea della fiducia, ma non vuol dire ovviamente che la trattativa arriverà al 100% alla fumata bianca. Intanto perché su Lookman, dall’Atletico Madrid in poi, delle squadre alla finestra ci sono. Ma soprattutto perché l’intera trattativa, al netto dei buoni rapporti tra le due società, si gioca su equilibri fragili e questioni delicate. Persino di principio, in molti casi: se in casa Atalanta non ha entusiasmato l’idea che Marotta abbia provato a dettare i tempi della negoziazione, l’Inter sin dall’inizio non ha mai capito perché impuntarsi sulla formula tra due alternative pressoché identiche - definitivo o prestito con obbligo di riscatto -, la seconda delle quali avrebbe solo rimandato il tutto al prossimo bilancio. Lo stesso balletto sulle cifre è legato ad aspetti simili: accantonando la promessa che gli agenti di Lookman ritengono la dirigenza orobica gli abbia fatto un anno fa, i due milioni in più o in meno sembrano più figli dell’idea di tenere il punto, che di effettive necessità economiche. Senza che qualcuno debba capire qualcosa: alla fine, è solo la legge di mercato al lavoro.
