
"Meno pigro, Moise!". Kean e il (grosso) vizio del fuorigioco: troppe volte oltre la linea
"Attitudine a rifuggire dalla fatica e dallo sforzo, sia fisico che intellettuale, e ad agire con lentezza e svogliatezza". Se si chiede all’intelligenza artificiale di definire il concetto di pigrizia, esce questa spiegazione. Ecco, in termini calcistici è ciò che si può rimproverare a Moise Kean e a quello che probabilmente rimane il suo principale difetto: la tendenza al fuorigioco. Sì perché l’attaccante della Fiorentina, nonostante un repertorio vasto e pieno d’armi, continua a palesare questo vizio. Nessuno al Viola Park nutre dubbi sul fatto che sia un grande centravanti nonché l’uomo da cui dipende il cambio di passo cercato dalla squadra di Pioli, ma la pecca dell’offside è decisamente un marchio di fabbrica da depennare per uscire da questo torpore di inizio stagione.
I dati lo inchiodano
Sta qui la critica più pungente che viene mossa nei suoi confronti, venuta fuori in ultima istanza nel match col Pisa. Kean nel secondo tempo dell’Arena Garibaldi è finito più volte in fuorigioco e anche dentro l’area di rigore, ma la propensione all’essere oltre la linea dei difensori se la porta dietro già dall’anno scorso, il più sfavillante della sua carriera. Eppure, in una Serie A chiusa da vice capocannoniere con 19 centri, è stato nettamente il giocatore con più fuorigioco fischiati in tutto il campionato: ben 57, a distanza siderale dal secondo della graduatoria (Lookman, con 26 offside). Decisamente troppi in 32 gare disputate (quasi due a partita), tanto che viene spontaneo domandarsi quale picco potrebbe raggiungere un centravanti così completo se limasse anche questo cruccio così evidente.
Un solco da cui uscire
La tendenza nel vedersi sventolare la bandierina del guardalinee è proseguita finora anche quest’anno, con 9 fuorigioco fischiati a Kean nelle prime 5 giornate. Praticamente la stessa media della passata stagione, a dir poco eccessiva per un bomber come quello che vuole definitivamente diventare. Una lacuna che hanno iniziato a sottolineare anche suoi colleghi del passato, come Giampaolo Pazzini: "Con il Pisa, nei due gol annullati per fuorigioco, sembra essere uno spettatore, sta fermo. Se fosse tornato indietro con la difesa del Pisa, ma si parla di mezzo metro, sarebbero arrivati i gol. È stato pigro". Domani contro la Roma tornerà là davanti, dove gli compete, a guidare l’attacco di una Fiorentina che per dare una sterzata alla sua stagione dipende parecchio dalle sue prestazioni. Chiunque nel club viola è convinto di avere in casa uno dei nove più importanti in Italia e non solo, ma per tornare il Kean devastante di pochi mesi fa serve senza dubbio limare il vizio della pigrizia.







