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tmw / fiorentina / L'editoriale
Le autoaccuse di Pradè e Pioli tanto inutili quanto stucchevoli. Entrambi meriterebbero l'esonero, ma chi decide in casa Fiorentina? Si parlava di ambizione, allora ecco la provocazione: via tecnico e dirigente e offerta seria a Giuntoli e SpallettiTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Lorenzo Di Benedetto
per Firenzeviola.it

Le autoaccuse di Pradè e Pioli tanto inutili quanto stucchevoli. Entrambi meriterebbero l'esonero, ma chi decide in casa Fiorentina? Si parlava di ambizione, allora ecco la provocazione: via tecnico e dirigente e offerta seria a Giuntoli e Spalletti

La Fiorentina è persa. Inutile girarci intorno, inutile aggrapparsi a un calcio di rigore che certamente non doveva essere assegnato ma che rischia di essere quell'alibi che in questo momento può fare solo male. Tre punti nelle prime sette giornate di campionato sono un bottino che neanche il re dei pessimisti avrebbe potuto aspettarsi e adesso è arrivato il momento dei fatti, perché di parole ne sono state pronunciate anche troppe. Dalla famosa "ambizione", sbandierata sempre e comunque dalla dirigenza ormai da mesi, alla "lamentela" di Stefano Pioli nei confronti di Massimiliano Allegri che prima dell'inizio del campionato non aveva inserito la Fiorentina nella corsa alla Champions League (e forse forse Max non aveva sbagliato poi così tanto), fino alle autoaccuse di Daniele Pradè e dello stesso PIoli nel post gara della sfida persa a San Siro contro il Milan

"La colpa è mia, se c'è qualcuno che dovrebbe essere cacciato e che dovrebbe dimmettersi quello sono io". Ha parlato così il dirigente, arrivato davanti ai microfoni mettendoci la faccia, come sempre, nel momento più complicato degli ultimi anni della Fiorentina. Ma poco dopo è arrivata la "replica" dell'allenatore: "La colpa è mia e della squadra, società e dirigenza ci mettono sempre nelle migliori condizioni per rendere al meglio". Morale della favola? Due persone che parlano male di se stessi, che ammettono di avere delle colpe, ma che restano ben saldi al loro posto. Le dimissioni non sono arrivate, e non arriveranno, e allora come si fa a dare la scossa a questa squadra?

Qualcuno forse ha fatto passare in secondo piano il momento immediatamente successivo al gol di Gosens al Meazza. In una crisi totale di gioco e di identità la Fiorentina era riuscita a sbloccare la partita e invece di vedere un'esultanza rabbiosa da parte del tedesco le immagini ce lo hanno mostrato quasi spaesato dopo aver siglato lo 0-1. Sia chiaro, Gosens tiene tantissimo alla Fiorentina, a Firenze e ai tifosi viola, ma quello che traspare, neanche troppo velatamente, è che c'è qualcosa di serio che non va. La squadra non è con l'allenatore? O forse non è d'accordo con le scelte della dirigenza? Cosa succede all'interno del Viola Park, nonostante tutti abbiano sempre detto che dentro il centro sportivo tutti remano sempre dalla stessa parte? Domande alle quali è molto difficile rispondere ma che nascondo al loro interno dei concetti base per capire come fare a trovare il punto di svolta.

Perché la Fiorentina, a oggi, è una squadra che deve pensare a salvarsi, dopo 92 milioni di euro spesi sul mercato, avendo in rosa un portiere come De Gea, un centravanti come Moise Kean (che segna solo in Nazionale), un esterno come, appunto, Gosens, un numero 10 che non riesce a trovare se stesso ma che ha qualità innegabili, Questa squadra, senza dimenticare tutti gli altri giocatori che non abbiamo nominato, non è da ultimo posto in classifica alla pari con Pisa e Genoa. E allora perché l'allenatore è saldissimo sulla sua panchina? Pioli ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, inutile negarlo, e il suo stipendio da 3 milioni di euro a stagione dovrebbe quantomeno farlo riflettere su un eventuale passo indietro. Troppo presto? Possibile, ma se contro Bologna e Inter dovessero arrivare altre due sconfitte il suo addio diventerebbe una necessità vera e propria.

Poi c'è la posizione di Pradè. Come ammesso dallo stesso dirigente c'è anche tanto del suo in questo inizio di stagione disastroso ma se da parte sua non c'è la volontà di rassegnare le dimissioni, nonostante nella conferenza di fine mercato a settembre abbia affermato di aver pensato di fare un passo indietro alla fine della scorsa stagione, e nonostante le sue parole nella pancia di San Siro dopo il ko contro il Milan, ma all'interno della Fiorentina chi decide? Chi può prendersi la respondabilità di mandare via sia il direttore che l'allenatore? Il compito è di Alessandro Ferrari? Qualcuno ci spieghi chi comanda, anche perché Rocco Commisso, dall'America, non può certo gestire queste cose.

Infine facciamo una provocazione. Non sono notizie di mercato, ma solo e soltanto provocazioni, almeno per ora. Si parla tanto di ambizione? La Fiorentina vuole alzare l'asticella. Allora l'investimento deve essere fatto non solo sui giocatori. Chi decide abbia il coraggio di prendere una strada economicamente molto dispendiosa. Si vada da Cristiano Giuntoli e da Luciano Spalletti con in mano due offerte vere. Offrendo loro un progetto serio, che possa riportare davvero in altro la società viola. Sempre che l'obiettivo sia davvero quello di crescere, perché qualche dubbio comincia a venire.