Fiorentina tra consapevolezza e lo spettro di quanto accadde nel '93: ma c'è una differenza
Un punto - il primo in casa in campionato - per ripartire. Se lo augura il Corriere dello Sport per la Fiorentina. L'orgoglio per rinascere: la capacità di sfruttare gli episodi a proprio favore, come è successo contro il Bologna è un segnale. Episodi ma anche forza di nervi. Poi però, scrive il Corriere, c'è un sottile timore che si sta insinuando nelle vie di Firenze.
Tutti ricordano l'anno della retrocessione del '93, quella con Batistuta, Baiano, Effenberg e con un organico di primo livello. La differenza però è netta: quello era un organico che non era consapevole del rischio che correva se non in fondo al campionato, dopo otto giornate era sesta, dopo tredici seconda. Questa invece ha preso coscienza (o almeno così pensano i fiorentini) del suo pesante ritardo, le parole di De Gea ("Paura? Non possiamo avere paura di giocare, sarebbe una scusa") tracciano la linea. La Fiorentina sa che deve correre, e tanto, per risalire. Domani l'Inter, poi due scontri diretti con Lecce e Genoa a Marassi. Ora sì che sono scontri diretti e non ce n'è da vergognarsi.






