Pradè verso la separazione in estate, Pioli tra i principali responsabili: l'analisi del CorFio
Nell'analizzare il momento no della Fiorentina, il Corriere Fiorentino divide le colpe fra società, allenatore, gruppo squadra e mercato. Sulla prima componente il quotidiano scrive: una società debole, sotto tutti i punti di vista. Se è vero che nessuno può rinfacciare al presidente Rocco Commisso la sua ormai lunghissima assenza, è altrettanto innegabile che una proprietà lontana non potrà mai fare il lavoro che farebbe vivendo il quotidiano. Può succedere, sia chiaro, ma solo e soltanto se ha in città almeno un suo uomo di fiducia che ne faccia le veci. Da quando è venuto a mancare Joe Barone invece, quella figura non esiste. Perché il d.g. Alessandro Ferrari non ha mai lavorato prima nel calcio, viene da altri mondi e soprattutto da altre storie professionali. Sta studiando, sta imparando, ma a oggi è difficile che possa permettersi un confronto costruttivo o alla pari che abbia come oggetto il calcio con l’allenatore o con la squadra. Ci sarebbe il direttore sportivo, è vero, ma quanto può essere legittimato Daniele Pradè nello spogliatoio quando una curva ne chiede l’allontanamento e più che altro quando già si sa che a fine stagione probabilmente se ne andrà? Alla dirigenza ovviamente viene imputato un mercato che fino a ora non si è certo rivelato all’altezza della spesa fatta per portarlo avanti. E che, invece, aveva fatto sognare ai tifosi asticelle da alzare e classifiche top.
Sul tecnico invece: l’etichetta di normalizzatore che Stefano Pioli si porta dietro doveva essere la prima garanzia per una Fiorentina abbandonata da Palladino, ma da quando è tornato sulla panchina viola il tecnico si è trovato a fare i conti con una situazione tutt’altro che normale. Finito in fretta sul banco degli imputati, oggi Pioli è considerato dalla maggior parte dei tifosi il principale responsabile delle difficoltà che sta vivendo la Fiorentina, anche per come la squadra si comporta in campo. Avrebbe dovuto alzare l’asticella, avrebbe dovuto essere un totem che in virtù della conoscenza della piazza avrebbe saputo gestire le pressioni: oggi invece sembra parlare una lingua incomprensibile per i suoi calciatori. Insomma l’uomo che avrebbe dovuto gestire l’universo viola, è ancora alla ricerca del bandolo della matassa.






