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L’autunno imprevedibile e il parallelo con Palladino, Pioli alla vigilia di una gara da "vita o morte"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 00:00Copertina
di Tommaso Loreto
per Firenzeviola.it

L’autunno imprevedibile e il parallelo con Palladino, Pioli alla vigilia di una gara da "vita o morte"

E’ storia ormai nota che l’impatto di Stefano Pioli sull’universo viola sia stato tutt’altro che positivo. I risultati fin qui raccolti in campionato, 5 sconfitte e 4 pareggi, testimoniano una difficoltà divenuta in fretta costante della gestione Pioli, e poco possono consolare le 4 vittorie raccolte in Conference tra la doppia sfida agli ucraini del Polissya e le due vittorie nel girone unico con Sigma Olomuc e Rapid Vienna. 

Autunno imprevedibile
Di certo prevedere una partenza così disastrosa, tanto da finire nei record storici del club, era pressochè impossibile, così come complicato pareva immaginare che dai 92 milioni investiti sul mercato non sortissero frutti reali sul campo. Invece l’autunno più nero della storia viola si è materializzato sotto gli occhi di tutti, anche quelli di chi aveva battezzato positivamente mercato e scelta dell’allenatore, testimoniando ancora una volta come molte vicende calcistiche sfuggano spesso a qualsiasi calcolo

I giudizi estivi
Intanto per gran parte dei detrattori del tecnico parmigiano, inclusi coloro che già vorrebbero un avvicendamento sulla panchina viola, parte delle responsabilità sono iscrivibili anche a chi aveva giudicato con buoni voti l’estate di Commisso e dei suoi dirigenti. Paradossi del momento, ancor di più se giudizi e valutazioni da parte di addetti ai lavori e opinione pubblica raramente hanno influenzato risultati sul campo o decisioni e strategie della società. Le stesse critiche rivolte a Palladino, oggi tornato d'imprevedibile attualità e persino reclamato da molti, non hanno il peso dei rapporti interni soppesati dal tecnico campano nel decidere di dimettersi, mentre in passato richieste accalorate di non cedere i pezzi più pregiati (come Vlahovic) o più funzionali (come Torreira) non sono state troppo ascoltate.

Scherzi del destino
Buffo destino quello di Pioli peraltro, alla vigilia di una gara da "vita o morte", per dirla alla Pradè, e perfettamente allineata ad un deja-vu clamoroso. In particolare se si volesse ricordare il Fiorentina-Lecce di un anno fa che fu decisivo per la permanenza di un Palladino che la maggior parte del mondo viola avrebbe volentieri salutato. Una Viola impaurita, senza Kean e con Beltran Zaniolo davanti, trovò il gol in avvio con Gosens ma faticò non poco ad arrivare al novantesimo, oltre il quale per inciso fu Dani Veiga a sprecare la più grossa delle occasioni per pareggiare in extremis.

Errori di valutazione 
Certo è che chi aveva valutato l’arrivo di Pioli come unico fattore vincente, anche rispetto a un mercato che a centrocampo non pare aver regalato alternative di un certo spessore o di forte personalità, oggi deve ricredersi, e fare i conti con aspettative di partenza diverse. Tanto che oggi è nell’assoluto bisogno di non sbagliare più nessun tipo di previsione che si gioca l’immediato futuro della Fiorentina, che sia ancora con Pioli o con un altro allenatore a cominciare da Paolo Vanoli attualmente il nome più gettonato per l'eventuale avvicendamento sulla panchina viola.