Dal confronto di Bergamo alla mobilitazione di massa: a Reggio Emilia sarà esodo viola e la Fiesole guida la carica
Domani la Fiorentina sbarcherà a Reggio Emilia per affrontare il Sassuolo in una sfida che, per classifica e morale, pesa come poche altre. Ma se la squadra di Vanoli arriva al Mapei Stadium con il peso dell’ultimo posto sulle spalle, dalle tribune arriverà un segnale completamente diverso: quello di un popolo che non molla. Sarà infatti un vero e proprio esodo viola, l’ennesima dimostrazione di attaccamento in un momento che definire complicato è quasi un eufemismo. A ieri sera i biglietti staccati per il settore ospiti erano circa 2.700 sui 4.000 disponibili, un numero che racconta da solo la portata della mobilitazione.
E non si tratta dell’unico flusso: secondo quanto riporta La Nazione infatti, almeno altri 300 tifosi hanno scelto di sistemarsi in tribuna ovest o nella laterale est, portando la proiezione complessiva oltre quota 3.000 presenze. Una marea viola pronta a spingersi in Emilia nonostante risultati, delusione e un clima sportivo segnato da settimane di difficoltà. Oggi alle 19 chiuderà ufficialmente la vendita per la Curva Nord, ma l’assenza dell’obbligo di tessera del tifoso consentirà ulteriori acquisti negli altri settori anche domani. Dettaglio che potrebbe far crescere ancora il numero dei presenti.
Il grande seguito non arriva per caso: nasce dal confronto di Bergamo, quando il gruppo ha richiamato la squadra a unità e determinazione e Dzeko, megafono alla mano, ha chiesto al tifo di restare al loro fianco. Una richiesta raccolta immediatamente dalla Curva Fiesole, che ha pubblicato una chiamata a raccolta senza mezzi termini: “Tutti a Reggio, sciarpe e bandiere al vento, compatti verso un unico obiettivo: la vittoria”. Un appello amplificato anche dalle parole del direttore generale Alessandro Ferrari, più volte intervenuto per chiedere vicinanza in questo momento di crisi.
Così, proprio nel frangente più buio della recente storia viola, Firenze ha risposto con un atto di presenza massiccio, emotivo, quasi identitario: la dimostrazione che la fedeltà non dipende dalla classifica ma da un legame più profondo. Adesso però il testimone passa ai giocatori. Sarà loro compito trasformare questa mobilitazione in un segnale opposto rispetto a quello delle ultime settimane, dare continuità alla voce della gente e provare a far coincidere l’esodo viola con un nuovo inizio.






