Da De Gea a Kean, passando per Dodo. Fiorentina tradita dai suoi senatori
La Fiorentina scesa in campo a Reggio Emilia contro il Sassuolo ci ha incredibilmente sorpreso. Nessuno infatti si poteva aspettare che i viola, dopo aver toccato il fondo più volte nel corso di questa stagione, non ultima con la sconfitta contro l'Atalanta dell'ex Palladino (battuta ieri sera dal Verona per 3-1), iniziassero a scavare peggiorando irrealmente ancor di più la situazione. Al Mapei Stadium infatti, contro una squadra ben allenata e da molti sottovalutata come quella di Fabio Grosso, Vanoli e i suoi hanno messo in scena l'ennesima prestazione piatta, resa ancora più terrificante dall'illusione di quei primi dieci minuti giocati con cattiveria e intensità che avevano portato al rigore e al gol del momentaneo 1-0 di Mandragora. Ecco proprio da quel momento, dal 10 minuto della gara in poi, si sono susseguite una serie di episodi con protagonisti i senatori di questa Fiorentina che hanno contribuito in maniera importante all'ottava sconfitta in campionato della formazione gigliata.
Il diverbio sul rigore e la solitudine di Kean
Il primo episodio arriva proprio al momento della scelta del tiratore dagli undici metri ed ha come protagonisti Mandragora ed in particolare Moise Kean. Il centravanti viola infatti, voglioso di ritrovare un gol che in campionato manca da oltre un mese, ha insistito per prendere il pallone con quello che, come testimoniato da Vanoli nel post partita, era il secondo tiratore designato della Fiorentina (divenuto di fatto primo dopo la rinuncia a calciare di Gudmundsson). Il centrocampista alla fine, dopo un battibecco non bello sicuramente da vedere, ha avuto la meglio calciando e realizzando il rigore. Dopodiché è andato ad esultare ma non è stato seguito da Moise Kean, che a testa bassa e rientrato verso la propria metà campo, quasi come fosse un corpo estraneo al resto del gruppo. Non una bella immagine da parte del giocatore più rappresentativo della squadra, protagonista oltretutto poi dell'ennesima prestazione incolore della sua stagione.
L'esultanza di Dodo
Successivamente al gol c'è stato poi un altro episodio controverso, stavolta con protagonista Dodo. La Fiorentina è avanti 1-0, sta fornendo una prova di carattere e intensità e l'ex Shaktar dopo una chiusura in scivolata sulla linea laterale si rialza ed esulta come se si trovasse a pochi minuti dalla fine del match e avesse compiuto una giocata determinante ai fini del risultato finale. Ora, di se per se non c'è niente di male nel gesto, anzi. Se però da li in poi, al pari dei tuoi compagni, non dai continuità di prestazione e alla minima difficoltà stacchi la spina, non fai altro che certificare come quella scena di carica ed esultanza non avesse altro che un significato scenografico. Di sostanza infatti nella prova di Dodo, al di là di un paio di sgroppate sulla fascia, non c'è stata traccia, con il brasiliano che ha inanellato l'ennesima prestazione altamente insufficiente della sua stagione.
Le responsabilità di De Gea
Chi non ci si aspettava però che tradisse le attese nella sfida del Mapei Stadium era David De Gea. Uno che, con qualche errore qua e là, era stato comunque tra i pochi a tenere in piedi quel poco di Fiorentina visto fino ad oggi in stagione. Il portiere spagnolo ieri è stato invece il primo a trascinare nel baratro i suoi, prima con l'errore lampante sul tiro da fuori di Volpato che ha portato al momentaneo 1-1, e poi con la mancata uscita sul calcio d'angolo battuto nel recupero del primo tempo in seguito al quale Muharemovic, staccando sulle spalle di Mandragora, ha depositato la palla in rete. Un gol che ha suonato come una condanna per una Fiorentina che, tradita anche dal suo leader difensivo, nel secondo tempo non si è più rialzata ed è crollata con il 3-1 di Kone.
Il (non) saluto di Ranieri
Infine una citazione anche per quello che è il capitano di questa Fiorentina, ossia Luca Ranieri che, al di la di quanto mostrato sul campo, ha contribuito ad alimentare le polemiche attorno alla sconfitta viola con un episodio, quello del mancato saluto con il suo allenatore Paolo Vanoli al momento del cambio, che non fa altro che regalarci l'ennesima immagine di quella che è oggi la squadra viola.






