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Fiorentina contro la JUFA: tutto sul Giappone e sull'obiettivo Coppa del Mondo entro il 2092TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 07:00Serie A
di Niccolò Righi

Fiorentina contro la JUFA: tutto sul Giappone e sull'obiettivo Coppa del Mondo entro il 2092

“Ma in Holly e Benji, tutto è normale, anche il Giappone vince il Mondiale” diceva un verso di una canzone di una nota cartoon band di inizio anni 2000. Il riferimento va al famosissimo manga anni ’80 Capitan Tsubasa, giunto in Italia con il nome di ‘Holly e Benji’ che racconta le gesta dei vari Oliver Hutton, Benjamin Price, Mark Lenders, Tom Becker, Bruce Harper, i gemelli Derrick, Julian Ross. Una formazione che chi è nato negli anni Novanta potrebbe dire a memoria, senza prendere fiato. Quasi come la filastrocca "Zoff Gentile Cabrini", eccetera. E quindi sì, anche il Giappone può vincere il Mondiale, lo sanno bene da quelle parti che d’altra parte prendono i manga come una cosa serissima. Ed è per questo che esiste un progetto strategico promosso dalla federcalcio e dal governo nipponico che prevede la conquista della Coppa del Mondo entro il 2092. Torniamo indietro al 2016 anno in cui la federazione calcistica giapponese a capo di Mitsuru Murai volle migliorare la qualità dei giocatori prodotti dal proprio movimento calcistico. Per farlo il loro comitato tecnico decise di intraprendere un tour in tutta Europa per studiare i migliori settori giovanili del mondo. In particolare si concentrarono sul West Ham, tra le migliori Academy di tutto il calcio inglese. Qui videro il modo in cui lavorava l’ex capo dell’accademia londinese Terry Westley e rimasero folgorati per la capacità, da parte dell’intero staff tecnico e dirigenziale, di concentrarsi sullo sviluppo individuale di ogni singolo calciatore. Per questo decisero di replicare tale modello nel proprio Paese, che fino a quel momento proponeva allenamenti troppo uniformi. È qui che nasce il Project DNA, che in italiano potremmo tradurre come ‘Progetto per lo sviluppo delle abilità naturali’ e che prende a piene mani dall’Elite Player Performance Plan che ha rivoluzionato il calcio inglese. L’obiettivo di questo progetto è quello di migliorare lo sviluppo individuale sia dei giocatori che dello staff, attraverso una serie di una serie di corsi per i direttori delle varie accademie, per gli allenatori e anche per i dirigenti. Inoltre, attraverso tale Progetto la Federcalcio giapponese ha creato 100 club professionistici che hanno portato una progressione continua della Nazionale, fino appunto all’obiettivo di arrivare a vincere la Coppa del Mondo entro il 2092. Quando si dice progettare a lungo termine. Tanti frutti stanno già venendo fuori. Se fino al 2010 i calciatori che militavano al di fuori dei confini nazionali si potevano contare sulle dita di una mano, adesso la quasi totalità di essi gioca nei migliori campionati europei, e alcuni come Endo o Ito in top club come Liverpool e Bayern Monaco. Non è un caso quindi se all’ultimo Mondiale in Qatar il Giappone è arrivato primo in un girone che vedeva al suo interno Germania e Spagna - entrambe battute -. E nemmeno che i Blue Samurai siano stati la prima compagine a qualificarsi sul campo alla rassegna del 2028 che si terrà tra Canada, Stati Uniti e Messico. In questo contesto, si inserisce infine, la JUFA (Japan University Football Assosiation), ossia la rappresentativa degli universitari giapponesi, protagonisti assoluta del precampionato di alcune squadre di Serie A. Dopo aver pareggiato contro il Genoa e perso di misura contro l’Hellas Verona, stasera sarà di scena al Viola Park per affrontare la Fiorentina. In Giappone dal 1953 ogni anno si tiene l’All Japan University Soccer Championship, sponsorizzato dalla stessa Japan Football Association. Si tratta di un torneo in cui 28 università si sfidano per il titolo di campione universitario del Giappone. Nel 2024 a trionfare è stata per la prima volta l’università di Toyo, situata nel quartiere di Bunkyu, a Tokyo. Ma in generale, l’obiettivo principe dei ragazzi che vi partecipano, è quello di mettersi in mostra davanti agli occhi di centinaia di osservatori dei vari club della J-League. Vi basti pensare che l’anno scorso ben 65 calciatori hanno poi firmato un contratto professionistico al termine del torneo stagionale. In passato molti giocatori della nazionale vi hanno partecipato o hanno militato in squadre universitarie durante la loro carriera giovanile. Un esempio recente è Kaoru Mitoma del Brighton, che ha studiato e giocato per l'Università di Tsukuba fino al 2019. Chissà che qualche osservatore in Italia non abbia preso appunti