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Confusione tattica, proclami disattesi e scarsa condizione: gli errori che hanno portato all'esonero di Pioli
Stefano Pioli non è più l'allenatore della Fiorentina. Decisiva per le sorti del tecnico la peggior partenza in campionato della storia viola, con soli 4 punti in 10 partite frutto di zero vittorie, quattro pareggi e ben sei sconfitte. L'ultimo posto in classifica è solo una naturale conseguenza del campo, insomma.
Poste le responsabilità evidenti dei calciatori e quelle di una società in cui manca una figura di riferimento forte fin dal giorno della scomparsa di Joe Barone, i demeriti del tecnico ex Al Nassr sono tanti e diversi. A cominciare da alcune dichiarazioni in sede di conferenza stampa che sono diventate arma a doppio taglio: "Allegri non ci ha messo fra i candidati per la Champions. Io l'ho già scritto sulla lavagna, vediamo… In questi tre anni vogliamo provare ad alzare un trofeo e andare in Champions". Niente di più diverso dalla realtà del campo, numeri alla mano.
In generale la sensazione è che Pioli non abbia mai realmente avuto in mano uno spogliatoio variegato, fatto di campioni affermati e giocatori in rampa di lancio, di personalità forti e meno forti, di giovani arrembanti e di ingaggi pesanti. Anche perché fin dagli esordi non si è vista una direzione tattica chiara e precisa, sia in fatto di moduli che di uomini. Per capire questa situazione, basta guardare le scelte a centrocampo, diverse praticamente in ogni sfida. Così come quelle in attacco dove attorno alla stella polare Kean hanno ruotato a turno un po' tutti. E poi la condizione fisica: i giocatori della Fiorentina nelle singole partite non sono quasi mai stati in vetta alle classifiche di quelli che hanno corso di più. E la squadra è sembrata spesso giocare sotto ritmo. Una lunga serie di questioni che dovrà risolvere il prossimo allenatore, con la scelta della Fiorentina che non è ancora stata presa...
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