Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / fiorentina / Serie A
Nikolic affronta la Fiorentina, l'agente Borozan: "È un vincente. In futuro può allenare in Serie A"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:45Serie A
di Niccolò Righi
fonte Niccolò Ceccarini e Dimitri Conti

Nikolic affronta la Fiorentina, l'agente Borozan: "È un vincente. In futuro può allenare in Serie A"

Ai microfoni di TuttoMercatoWeb è intervenuto in esclusiva il noto agente Vlado Borozan, che tra i suoi assistiti ha il tecnico dell'AEK Atene Marko Nikolic, il quale sfiderà questa sera la Fiorentina in Conference League. Ci racconta Marko Nikolic? "Visto il suo palmares considero Nikolic una certezza. Allena ormai da 20 anni a grandi livelli e secondo me è già stato attenzionato dal calcio italiano, perché è un leader moderno che ti fa vincere le partite. Inoltre è un uomo che si fa ben volere da tutti, ovunque è stato. Uno così deve per forza attirare le attenzioni dei club e il calcio italiano avrebbe bisogno delle idee di un tecnico del genere. E' un vincente". E' vero che fu vicinissimo al Parma prima di Pecchia? "Non lo confermo, ma qualcosa ci fu… Lui è uno che è stato ed è tuttora monitorato da alcuni manager delle squadre italiane. Secondo me nel prossimo futuro 'rischia' di venire in Italia". Secondo lei qual è stata l'esperienza che lo ha fatto maturare definitivamente? "Credo il Partizan Belgrado. Poi si è confermato in tutti i paesi in cui ha allenato: ha vinto in Russia, ha vinto in Slovenia, in Arabia Saudita, in Ungheria e adesso in Grecia sta facendo benissimo. Al Partizan però è definitivamente sbocciato, nella sua città e alla guida della squadra del suo cuore. Lì ha dimostrato qualità fuori dal comune nonostante fosse molto giovane. All'epoca riuscì a vincere campionati e coppe nonostante la squadra non fosse di primissimo livello". Qual è la miglior dote del Nikolic uomo e del Nikolic allenatore? "La sua aura. Lo vedrete anche stasera. Non è un attore, non sbraita. Ha la capacità di farsi ascoltare e farsi seguire senza dire niente, o fare gesti eclatanti. Ha una personalità importante. E' un uomo a cui vuoi bene a prima vista, che ami senza un motivo. Questa sua dote emerge anche dalle interviste. E' poi un allenatore estremamente competitivo ed estremamente chiaro nell'esprimersi e nel trasmettere le sue idee ai calciatori". E' l'allenatore che può toccare le corde giuste di Luka Jovic? "Ogni grande allenatore ha questa capacità. L'ho sentito dire di Klopp, Guardiola… sanno parlare all'individuo e sanno inserirlo nelle loro idee calcistiche. Oggi giorno questa è la qualità più importante che un allenatore deve avere perché non sempre un tecnico può avere la squadra su misura per lui, qualche volta si deve adattare e saper tirare il massimo da ogni calciatore". Ci racconta l'AEK Atene che questa sera si troverà davanti la Fiorentina? "Una squadra che parla la lingua del suo allenatore: organizzata, intensa, con qualità importanti e che non ha paura in campo. Già oggi esprime il calcio che vuole Nikolic, ma potrà certamente migliorare perché il percorso è solo all'inizio". Si spiega questo inizio della Fiorentina, ultima in classifica in A? "Non riesco a capire come sia potuta accadere una cosa del genere. Per me Pioli è un tecnico di altissimo livello, ben voluto dalla piazza e che aveva anche il tempo di costruire una squadra a suo desiderio. Sinceramente è inspiegabile il vortice di negatività che ha colpito la Fiorentina. Tutto l'ambiente è sconvolto, sta camminando al buio con tentativi di rimettere le cose a posto. La Fiorentina è come un malato che nessuno riesce a capire quale malattia abbia. Intanto il tempo passa, ogni partita diventa quella della vita, e io posso solo augurare alla Fiorentina di tornare ad avere una mentalità ed un'energia diversa. Spero che presto accasa, magari non stasera…". Qual è il suo giudizio sul nuovo ds viola Roberto Goretti? "Non lo conosco personalmente ma ho seguito la sua carriera. Ammiro molto chi fa la gavetta e ho sempre sentito parlar bene di Goretti. Credo che sia la persona giusta per portare quella fame per ribaltare questa situazione. Avrà modo di mostrare le proprie idee". Qual è un talento emergente che vuole consigliare ai club? "E' uno che già è in Italia: si tratta di Ukko Happonen, portiere classe 2007 del Bologna. E' un ragazzo arrivato tre anni fa che avrà un futuro da top davanti a sé. E conferma il grande lavoro che sta facendo il Bologna, non solo in prima squadra ma anche nel settore giovanile". C'è una crisi di talento in Italia? "Non credo che ci sia una crisi di talenti. Penso che nessuno si riesca a spiegare perché l'Italia non riesce ad andare al Mondiale. La Nazionale azzurra ha grandissimi giocatori, ha sempre avuto grandissimi allenatori e tutti hanno trovato gli stessi problemi. Ho notato che siete usciti un po' da quell'idea di 'calcio all'italiana' e avete perso quell'italianità che vi contraddistingueva. L'Italia è una Nazionale che emerge nelle difficoltà, l'italiano è un competitivo, un guerriero. Secondo me cercando la qualità si è persa questa caratteristica. Va ritrovato il cuore che vi ha sempre caratterizzato, ma sono sicuro che Gattuso ce la farà e l'Italia tornerà ad essere una delle Nazionali più forti al mondo".