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Nel torneo dell'autolesionismo, Genoa vittorioso a mani basse
lunedì 9 dicembre 2019, 10:45Copertina
di Franco Avanzini
per Genoanews1893.it

Nel torneo dell'autolesionismo, Genoa vittorioso a mani basse

Continuando a sfidare le leggi dell'assurdo, persino l'antico e mai tramontato detto “roba da Grifo” è insufficiente per descrivere la realtà. I rossoblù, a Lecce, hanno sfiorato la sconfitta dopo aver condotto per un'ora con due gol di scarto e al fischio finale si sono prodotti in un sospirone di sollievo per aver mantenuto le distanze in graduatoria rispetto ad un avversario apparso mansueto come un agnellino, a tratti inerme.

Se esistesse un campionato del tafazzismo, il Grifo trionferebbe per distacco grazie a quel po' po' di atti autolesionistici commessi in ogni partita. Infinita la serie di occasioni perdute da settembre ad oggi: Sarebbe bastato sfruttarne la metà per pascolare nei pressi della colonna sinistra della graduatoria, al riparo da qualsiasi spiffero maligno. Invece la banda di Thiago ha evitato di posare in largo anticipo un piede in cadetteria solo per la debolezza di un Lecce incapace di capitalizzare a dovere la doppia superiorità numerica. E, comunque, ha lanciato un messaggio inequivocabile, che il presidente Preziosi è caldamente pregato di intercettare: senza almeno tre acquisti invernali di caratura elevata (non scommesse da due soldi...), uno per settore, sarebbe meglio mettersi il cuore in pace.

Nella sala stampa di via del Mare, a fine match, è echeggiato l'immancabile grido dell'italo brasiliano: “Meritavamo di più”. Come se i meriti e i complimenti fruttassero punti. A che pro,  ripetiamolo, schiantare gli antagonisti per un tempo abbondante per poi venir acchiappati e quasi superati nel punteggio esclusivamente a causa dei propri errori? Questa squadra non matura mai e continua ad essere vittima delle clamorose ingenuità dei suoi giocatori. Siccome la litania non cambia, è inevitabile emettere un giudizio di bocciatura verso un corposo numero di atleti inaffidabili, seppur per motivi diversi.

Di “se” e di “ma” si riempie il mare del rimpianto, ma non si corrobora la classifica. Il pallone sciupato in contropiede da Agudelo, solo davanti al portiere, sul 2-0 non è un colpo di jella ma uno sbaglio sesquipedale, che invece di chiudere la sfida a doppia mandata ha moltiplicato le energie dei salentini. Ma se uno sbaglio tecnico è accettabile da qualsiasi atleta, è intollerabile il fallo commesso dal colombiano in area avversaria (!) e costato il secondo cartellino giallo. Molti sono gli addetti ai lavori persuasi che Thiago, in una fase così concitata del match, avrebbe già dovuto avvicendare questo ragazzini (come tutti i sudamericani proteso a mentalmente a cercare il gol e non a gestire la fase difensiva) per scongiurare la frittatona, ma di fronte a certe follie non c'è giovane età che tenga.

Intendiamoci, non subissiamo di colpe il fanciullo. Non è stata principalmente colpa sua il gol dell 2-1 subito in precedenza consentendo a Falco di calciare dai venti metri senza la minima opposizione: dov'erano i centrocampisti e, soprattutto, Criscito che, come centrale difensivo di sinistra, sarebbe dovuto uscire in chiusura?

Il raddoppio giallorosso è scaturito da un colpo di testa che ha ulteriormente acuito antiche problematiche della terza linea genoana, provvista di fisicità solo nello Zapata assente in Puglia. Sul gioco aereo è un Genoa sempre vulnerabile.

Da rimarcare positivamente non solo la qualità del gioco espresso sino al fatidico momento dell'1-2 (con uno Sturaro gigantesco, splendido acquisto a stagione in corso) e pure la stoica protezione finale del pareggio in doppia inferiorità numerica. Che le due ammonizioni inflitte a Pandev siano state pescate col microscopio dall'ineffabile è innegabile, ma può questo Genoa essere perennemente condannato a sostituire a metà della ripresa due pilastri come il macedone e come Schone, incapaci di reggere novanta minuti? Il danese non ha brillato neppure quando la sua squadra era padrona del campo e si è progressivamente sciolto, mentre il prode Goran, l'unico campione in forza al team di Preziosi, ha pagato in due circostanze fatali la stanchezza.

Risultato? La non sconfitta di Lecce rischia di essere un... pareggio di Pirro, conquistato a prezzo di due automatiche, pesantissime defezioni nella battaglia che qualsiasi tifoso genoano avrebbe ambito a combattere a pieno organico: il derby: Thiago non è davvero invidiabile: senza gli elementi più tecnici e fantasiosi in un organico povero di tecnica e di fantasia, a quali armi affidarsi per provare a far male ai “cugini”?

                     PIERLUIGI GAMBINO