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Polveri bagnate alla prima di Friedkin: senza Dzeko, la Roma sbatte sull'Hellas. È 0-0
Non comincia in maniera particolarmente positiva l'avventura sportiva di Dan Friedkin come presidente della Roma: il magnate texano, oggi in tribuna al Bentegodi per la sua prima partita da patron giallorosso, ha assistito ad un primo tempo volenteroso da parte della squadra di Fonseca ed una seconda frazione sicuramente deludente. Al contrario l'Hellas, fortemente rimaneggiato da mercato e non solo, può gonfiare il petto non solo per il punto preso ma anche per l'impressione di solidità difensiva e i due legni colpiti. Capitolo Dzeko: novanta minuti e oltre di panchina per il bosniaco, arrivato ormai ai saluti.
Squadre che si schierano sostanzialmente a specchio sin da subito, provando a limitare le rispettive caratteristiche migliori: tuttavia, la verve di Pedro e Mkhitaryan mette subito in crisi l'Hellas, costretto più volte a usare le cattive per frenare le due ali giallorosse. All'ottavo un bell'inserimento di Veretout costringe al ripiegamento difensivo, e poi al fallo, Danzi: dalla punizione dal limite non scaturiscono pericoli per la porta di Silvestri. La già precaria fase difensiva degli scaligeri subisce un'altra variazione al 18esimo, quando Empereur è costretto a chiedere il cambio per infortunio: dentro Lovato. In chiusura di frazione brivido enorme in area giallorossa, quando un tocco fortunoso di Tameze mette Faraoni in ottima posizione: scarico forse esageratamente altruistico per l'ex Atalanta, che chiama Mirante al miracolo con un tiro sporco. La palla deviata dal portiere sbatte sulla traversa, poi c'è un fallo in attacco e l'arbitro può mandare i giocatori al riposo tra i tempi.
La ripresa si apre col secondo cambio di Juric: fuori un inconsistente Tupta, spazio al più estroso Zaccagni. La Roma sembra aver perso la spinta offensiva che aveva trascinato la squadra nel primo tempo, così è il Verona a rendersi pericoloso per primo. Faraoni fa ancora il vuoto a destra e mette al centro, dove Di Carmine anticipa Cristante ma spara alto. La Roma risponde con Veretout, chiamato alla conclusione da un filtrante di Pellegrini: Silvestri si allunga e mette in corner. Fonseca si gioca la carta Kluivert, rendendo ancora più ovvio che la panchina di Dzeko non è figlia di scelte tecniche, ma è ancora l'Hellas ad andare ad un passo dal vantaggio: Dimarco è lasciato solissimo al limite dell'area e prova il sinistro con le tre dita, superando Mirante ma sbattendo sulla traversa. Juric si dispera in tribuna, ma cinque minuti dopo può tirare un sospiro si sollievo per un'azione del tutto simile, ma nell'area veronese. Il destro di Spinazzola si spegne sul montante a Silvestri battuto e il computo dei legni che sale a tre.
Rileggi la diretta scritta di Hellas Veorna-Roma su TMW!
Squadre che si schierano sostanzialmente a specchio sin da subito, provando a limitare le rispettive caratteristiche migliori: tuttavia, la verve di Pedro e Mkhitaryan mette subito in crisi l'Hellas, costretto più volte a usare le cattive per frenare le due ali giallorosse. All'ottavo un bell'inserimento di Veretout costringe al ripiegamento difensivo, e poi al fallo, Danzi: dalla punizione dal limite non scaturiscono pericoli per la porta di Silvestri. La già precaria fase difensiva degli scaligeri subisce un'altra variazione al 18esimo, quando Empereur è costretto a chiedere il cambio per infortunio: dentro Lovato. In chiusura di frazione brivido enorme in area giallorossa, quando un tocco fortunoso di Tameze mette Faraoni in ottima posizione: scarico forse esageratamente altruistico per l'ex Atalanta, che chiama Mirante al miracolo con un tiro sporco. La palla deviata dal portiere sbatte sulla traversa, poi c'è un fallo in attacco e l'arbitro può mandare i giocatori al riposo tra i tempi.
La ripresa si apre col secondo cambio di Juric: fuori un inconsistente Tupta, spazio al più estroso Zaccagni. La Roma sembra aver perso la spinta offensiva che aveva trascinato la squadra nel primo tempo, così è il Verona a rendersi pericoloso per primo. Faraoni fa ancora il vuoto a destra e mette al centro, dove Di Carmine anticipa Cristante ma spara alto. La Roma risponde con Veretout, chiamato alla conclusione da un filtrante di Pellegrini: Silvestri si allunga e mette in corner. Fonseca si gioca la carta Kluivert, rendendo ancora più ovvio che la panchina di Dzeko non è figlia di scelte tecniche, ma è ancora l'Hellas ad andare ad un passo dal vantaggio: Dimarco è lasciato solissimo al limite dell'area e prova il sinistro con le tre dita, superando Mirante ma sbattendo sulla traversa. Juric si dispera in tribuna, ma cinque minuti dopo può tirare un sospiro si sollievo per un'azione del tutto simile, ma nell'area veronese. Il destro di Spinazzola si spegne sul montante a Silvestri battuto e il computo dei legni che sale a tre.
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