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TMW - I verdetti della stampa. Hellas: Tameze e Simeone gli MVP. Due giovani non convincono
Una partenza ad handicap, poi il subitaneo avvicendamento in panchina tra Di Francesco e Tudor e una cavalcata giunta ad un passo dal record di punti in Serie A del Verona. In attesa di capire cosa riserverà il futuro, che oggi si presenta ricco di incognite, in casa Hellas è tempo di tracciare un bilancio di una stagione destinata ad essere ricordata a lungo dai tifosi gialloblù. Ecco, nel focus di TMW, le domande a cui rispondono tre firme per ogni piazza.
Chi è stato l'MVP della stagione?
Matteo Fontana (La Gazzetta dello Sport e Corriere di Verona): "Adrien Tameze. Straordinario per intelligenza tattica e dinamismo, ha ricoperto più ruoli, garantendo in ogni zona di campo un apporto decisivo. E, inoltre, ha segnato pure reti di peso".
Adriano Ancona (Corriere dello Sport): "Adrien Tameze. Ha giocato in sei posizioni diverse quest'anno, avrebbe fatto comodo a un'Atalanta caduta in disgrazia che lo ha lasciato partire troppo presto. È stato il più presente in campionato nel Verona. Adesso lo vuole mezza serie A, sulla scia di centrocampisti venduti a peso d'oro dall'Hellas come Pessina, Amrabat e Zaccagni.".
Gianluca Tavellin (L'Arena): "Giovanni Simeone. Al di là delle reti e degli assist, è stato determinante soprattutto perché sono gli attaccanti a far muovere bene la squadra. È stato il primo difensore del Verona, e con i suoi movimenti ha agevolato le incursioni di Barak, Caprari e di chi arrivava da dietro".
Chi è stato la rivelazione della rosa in stagione?
Matteo Fontana (La Gazzetta dello Sport e Corriere di Verona): "Nicolò Casale. Dopo alcune stagioni in prestito, è rientrato all'Hellas al momento giusto. Maturo, forte nella testa e nelle gambe, ha giocato con continuità su standard di rendimento elevati".
Adriano Ancona (Corriere dello Sport): "Giovanni Simeone. Lo aspettavano il Marsiglia e l'Europa League, ha scelto la quarta squadra italiana della sua carriera. Il Cholito è arrivato a Verona quasi come attaccante riciclato e si è riscoperto bomber all'improvviso. Dopo Crespo, è stato il secondo straniero a superare i dieci gol con quattro club diversi in A.".
Gianluca Tavellin (L'Arena): "Nicolò Casale. Al netto di qualche passaggio a vuoto, determinato dalla propensione offensiva della squadra, ha dimostrato di essere un ottimo difensore. Lo testimonia ad esempio il duello con Vlahovic nel match contro la Fiorentina. Credo possa essere il futuro della Nazionale".
Chi è stato la delusione?
Matteo Fontana (La Gazzetta dello Sport e Corriere di Verona): "Kevin Lasagna. Operato al menisco in ritiro, ha poi avuto gli spazi chiusi dai tre "titolarissimi" in attacco. I gol sono pressoché spariti. Meritava di farne ben di più".
Adriano Ancona (Corriere dello Sport): "Ivan Ilic. Valorizzato da Juric l'anno scorso, il Verona invece ha speso dieci milioni per riscattare dal City un giocatore che non sempre è stato al di sopra degli standard di rendimento. Un anno in cui affinare la crescita dopo aver studiato da vice-Veloso".
Gianluca Tavellin (L'Arena): "Matteo Cancellieri. Si tratta di una delusione 'a metà', perché di fatto non ha avuto modo di mettersi in mostra. È un giovane dotato di grande talento, forza fisica e gamba. Non è riuscito a capire Tudor fino in fondo, anche se va detto che era chiuso da fenomeni come Barak e Caprari. Il futuro ad ogni modo è dalla sua, saprà imboccare la strada giusta".
Chi è stato l'MVP della stagione?
Matteo Fontana (La Gazzetta dello Sport e Corriere di Verona): "Adrien Tameze. Straordinario per intelligenza tattica e dinamismo, ha ricoperto più ruoli, garantendo in ogni zona di campo un apporto decisivo. E, inoltre, ha segnato pure reti di peso".
Adriano Ancona (Corriere dello Sport): "Adrien Tameze. Ha giocato in sei posizioni diverse quest'anno, avrebbe fatto comodo a un'Atalanta caduta in disgrazia che lo ha lasciato partire troppo presto. È stato il più presente in campionato nel Verona. Adesso lo vuole mezza serie A, sulla scia di centrocampisti venduti a peso d'oro dall'Hellas come Pessina, Amrabat e Zaccagni.".
Gianluca Tavellin (L'Arena): "Giovanni Simeone. Al di là delle reti e degli assist, è stato determinante soprattutto perché sono gli attaccanti a far muovere bene la squadra. È stato il primo difensore del Verona, e con i suoi movimenti ha agevolato le incursioni di Barak, Caprari e di chi arrivava da dietro".
Chi è stato la rivelazione della rosa in stagione?
Matteo Fontana (La Gazzetta dello Sport e Corriere di Verona): "Nicolò Casale. Dopo alcune stagioni in prestito, è rientrato all'Hellas al momento giusto. Maturo, forte nella testa e nelle gambe, ha giocato con continuità su standard di rendimento elevati".
Adriano Ancona (Corriere dello Sport): "Giovanni Simeone. Lo aspettavano il Marsiglia e l'Europa League, ha scelto la quarta squadra italiana della sua carriera. Il Cholito è arrivato a Verona quasi come attaccante riciclato e si è riscoperto bomber all'improvviso. Dopo Crespo, è stato il secondo straniero a superare i dieci gol con quattro club diversi in A.".
Gianluca Tavellin (L'Arena): "Nicolò Casale. Al netto di qualche passaggio a vuoto, determinato dalla propensione offensiva della squadra, ha dimostrato di essere un ottimo difensore. Lo testimonia ad esempio il duello con Vlahovic nel match contro la Fiorentina. Credo possa essere il futuro della Nazionale".
Chi è stato la delusione?
Matteo Fontana (La Gazzetta dello Sport e Corriere di Verona): "Kevin Lasagna. Operato al menisco in ritiro, ha poi avuto gli spazi chiusi dai tre "titolarissimi" in attacco. I gol sono pressoché spariti. Meritava di farne ben di più".
Adriano Ancona (Corriere dello Sport): "Ivan Ilic. Valorizzato da Juric l'anno scorso, il Verona invece ha speso dieci milioni per riscattare dal City un giocatore che non sempre è stato al di sopra degli standard di rendimento. Un anno in cui affinare la crescita dopo aver studiato da vice-Veloso".
Gianluca Tavellin (L'Arena): "Matteo Cancellieri. Si tratta di una delusione 'a metà', perché di fatto non ha avuto modo di mettersi in mostra. È un giovane dotato di grande talento, forza fisica e gamba. Non è riuscito a capire Tudor fino in fondo, anche se va detto che era chiuso da fenomeni come Barak e Caprari. Il futuro ad ogni modo è dalla sua, saprà imboccare la strada giusta".
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