Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / inter / Editoriale
Ma quale corto muso, l'Inter è straripante. E date il pallone d'oro e il rinnovo a LautaroTUTTO mercato WEB
domenica 10 dicembre 2023, 23:29Editoriale
di Patrick Iannarelli
per Linterista.it

Ma quale corto muso, l'Inter è straripante. E date il pallone d'oro e il rinnovo a Lautaro

Se dalla parte opposta si vince di misura e giocando un calcio tutt'altro che spettacolare (diciamo corto muso senza nominare nessuno), a Milano sponda nerazzurra il diktat è uno solo: dominare. L'Inter vista contro l'Udinese ha dimostato soltanto una cosa, quella di non voler lasciare niente in campo: gol, giocate spettacolari e l'espressione di un calcio lontano dal possesso palla forsennato e vicina alla contemporaneità più di quanto si possa pensare. La banda di Simone Inzaghi in questa prima parte di stagione ha avuto il coraggio di sbagliare un paio di gare, niente di più: quel che sorprende è la reazione che ha avuto quando le tessere del puzzle hanno fatto fatica ad incastarsi, ma soprattutto quella voglia di chiudere qualsiasi partita nel minor tempo possibile, forse per evitare beffe come lo scorso anno. 

Stupisce (o forse no) la consapevolezza che ha questa squadra. Il cambio di mentalità non fa nemmeno più notizia, in campo i giocatori non si spengono quando c'è da concretizzare, difficilmente abbiamo assistito ai fantasmi dello scorso anno: la sconfitta di Istanbul sembra aver fatto venire ancor più fame a una squadra che ha tutte le intenzioni di arrivare fino in fondo anche quest'anno. Menzione d'onore a un immenso Calhanoglu, vero e proprio equilibratore di un gruppo che in mezzo al campo ha trovato il fulcro del gioco. E poi quanto difende bene questo turco che in nerazzurro sembra essere totalmente rinato. 

Una grossa manciata di merito è tutta di quel signore lì in panchina. A volte l'ho criticato, a volte l'ho messo anche io sotto il solito rullo compressore che si usa quando si ha fretta di emettere sentenze senza mezzi termini: Inza però con la pazienza ha zittito tutti, anche i detrattori incalliti. Si è messo lì in silenzio a lavorare, ma la grande capacità è stata quella di stringere le maglie di una catena che funzionava bene ma a volte perdeva qualche colpo. In più gli hanno stravolto non una, ma ben due squadre. La risposta immediata sul campo ha zittito tutti: manca solo lo Scudetto, quello della seconda stella. 

In chiusura parliamo di un Lautaro in formato stratosferico. Non solo ha iniziato l'anno portandosi a casa un Mondiale, si è anche permesso di segnare gol a raffica e non fermarsi più. Altro che Icardi, altro che Romelu Lukaku, altro che simboli e simboletti che negli anni hanno tradito il nerazzurro come se fosse l'ultimo binomio cromatico da considerare sulla faccia della terra. Uno così merita il rinnovo, sperando che la firma possa arrivare nel minor tempo possibile: ci sono giocatori e Giocatori, ci sono capitani e Capitani. El Toro ha dimostrato di avere la grinta, la voglia giusta, la testa per poter diventare una bandiera. E merita quella palla tonda tutta d'oro: per quest'anno è tardi, per il prossimo c'è tempo.