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Sensi: per l'Inter è ancora sliding doors!TUTTO mercato WEB
martedì 25 gennaio 2022, 07:56Editoriale
di Gian Luca Rossi
per Linterista.it

Sensi: per l'Inter è ancora sliding doors!

Ancora una volta mi trovo in un conflitto interiore, combattuto tra forze opposte. Stavolta per Stefano Sensi. Col passare del tempo, la mia parte di tifoso si è trovata sempre più spesso a soccombere davanti all’altra parte razionale e che affonda le sue radici in 30 anni di mestiere, perché mi sono trovato spesso a indagare e a comprendere le ragioni del dirigente calcistico, che non può e non deve ragionare con il cuore del tifoso.

Quando ho urlato al gol decisivo di Sensi nei supplementari di Coppa Italia, la prima reazione è stata da tifoso: “Ora Sensi non parta più - mi son detto - resti all’Inter! E visto che si è pure fatto male Correa, ti saluto Sampdoria e promessa del prestito!”
A chi obbietta sulla diversità di ruoli tra Correa e Sensi, ricordo che quest’ultimo ha già giocato in un ruolo avanzato in Inter-Genoa 4-0, prima giornata di questo campionato il 21 agosto scorso, alle spalle di Džeko.

In ogni caso, dopo il gol decisivo all’Empoli in Coppa Italia, dentro di me ho cominciato a proiettare Sliding Doors con Gwyneth Paltrow. Nel film la protagonista, al momento di prendere la metropolitana, vede la sua vita dividersi in due dimensioni parallele: una salendo in metrò, l’altra perdendola. Non vi spoilero il finale, ma la vita di ognuno di noi è fatta di porte scorrevoli. Così ho ricordato le sliding doors di tre colleghi interisti di Stefano Sensi. La sera del 30 gennaio 2018 Marcelo Brozović era virtualmente un giocatore del Siviglia: dopo annate incostanti e burrascose si era deciso di chiuderla lì. Il croato aveva già accettato l’offerta degli spagnoli, ma Spalletti si prese ancora 24 ore in attesa di Javier Pastore. All’ultimo minuto saltò tutto e Brozović rimase interista diventando il grandissimo centrocampista che è oggi. Contento e fresco di rinnovo fino al 2026.
Altre due sliding doors più recenti hanno interessato Alexis Sanchez e Christian Eriksen. Entrambi avrebbero dovuto partire a gennaio 2021.
Il cileno in una operazione di scambi con la Roma, che l’avrebbe preso il dando all’Inter Edin Džeko, poi arrivato in nerazzurro quest’estate. Anche qui saltò tutto per un paio di milioni non autorizzati dalla Cina. E Sanchez ha appena firmato con un gol alla Juve al 120° l’ultima Supercoppa Italiana. Negli stessi giorni, Eriksen rimase bloccato all’Inter solo perché l’Ajax mercanteggiò troppo sul prestito e non si trovò una collocazione per lui neppure in Premier League. Anche lui è poi stato protagonista dell’ultimo Scudetto, poco prima della tragedia del 12 giugno a Copenaghen in Danimarca-Finlandia all’ultimo Europeo.
Insomma ci sarebbe tutto per credere ad una quarta edizione di sliding-doors nerazzurre per Stefano Sensi, ma stavolta pare dura che possa spuntarla il cuore, perché già da una settimana lui avrebbe dovuto essere alla Sampdoria, ma Simone Inzaghi, da oggi ai box per Covid, ha preteso che rimanesse almeno per la gara secca di Coppa Italia. E contro ogni logica, vista la storia personale di infortuni di Sensi, lo ha pure mandato in campo come ultimo cambio con l’Empoli, partita vinta nei supplementari proprio grazie al suo gol-partita.

Insomma che fare? Dal 2019-20 Stefano Sensi ha saltato 47 partite per infortunio. E da quando era tornato a disposizione, in Inter-Sheriff del 19 ottobre scorso, aveva giocato solo 75 minuti, distribuiti in 8 presenze. Prima dei supplementari con l’Empoli, il suo minutaggio stagionale era fermo a 169 minuti, nemmeno due partite intere.
Il suo procuratore, Beppe Riso, ha cercato in tutti i modi di indurlo a trovare spazio altrove, anche perché Inzaghi continua a vederlo dietro a Vidal e Gagliardini come cambio per il centrocampo: col Venezia è entrato anche Vecino, ma non lui. E Sensi, che fino qualche giorno fa viveva come un declassamento il prestito a Genova, dopo aver riassaporato anche la gioia del gol, magari adesso si è anche convinto ad andare a Genova a giocare di più. Già, ma adesso è l’Inter che deve ragionare, al di là di un’altra punta per sostituire temporaneamente Correa, sulle ennesime sliding doors.