
Velasco: "Non potevo rifiutare Inter e Lazio, ma il ruolo di dirigente non faceva per me"
Julio Velasco viene ricordato soprattutto per quello che ha fatto con la pallavolo. L'ultima delle sue imprese è stata quella compiuta la scorsa estate a Parigi, quando ha vinto un'Olimpiade con l'Italia femminile, regalando la gioia di un oro olimpico a tutto il Paese. Intervistato da La Gazzetta dello Sport ha parlato però anche delle sue esperienze nel calcio, prima come direttore generale della Lazio poi come responsabile dell'area tecnica dell'Inter:
"Non potevo rifiutare. Per motivi economici, certo. Ma prima di tutto perché sono un calciofilo. Fosse stato per me, io avrei giocato da numero 10 nell’Estudiantes de La Plata. Il mio idolo era Juan Ramon Veron, il padre di Juan Sebastian. Vincemmo tre volte la Libertadores. E l’Intercontinentale del ‘68 battendo il Manchester United. Eravamo una squadra come potrebbe essere l’Atalanta di qualche anno fa".
Come mai però non è andata come sperava?
"Ci ho provato, ma il ruolo di dirigente non faceva per me. Però ho imparato che criticare il calcio è sbagliato. Il calcio è molto, molto, molto difficile. Ho tanto rispetto per la gente del calcio. Tutto quello che fa l’azienda calcio è incredibile, qualunque altra azienda che dovesse vivere le stesse situazioni imploderebbe nel giro di un mese".
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