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Gasperini primo con la Roma senza la Roma che aveva immaginato a luglio. De Laurentiis nella Primavera 2024 ci aveva visto giusto due volteTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 00:00Editoriale
di Raimondo De Magistris

Gasperini primo con la Roma senza la Roma che aveva immaginato a luglio. De Laurentiis nella Primavera 2024 ci aveva visto giusto due volte

Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale, conduttore per Radio Sportiva
Non era pronosticabile una Roma in vetta alla classifica dopo sei giornate di campionato. Non lo era dopo l'estate che ha trascorso, lo era ancora meno con questi numeri. E invece la squadra giallorossa è lì. A conferma del fatto che magari l'allenatore migliore è davvero quello che fa meno danni, ma quanto è importante avere un tecnico capace di fare le cose giuste nel modo giusto. In grado di sapersi adeguare alle attitudini della sua rosa senza perdere il bandolo della matassa. La Roma di Gian Piero Gasperini arriva alla seconda sosta della stagione con la migliore difesa del campionato, la migliore tra le top cinque leghe europee. Fino a questo momento, guardando a destra e a manca in giro per il Vecchio Continente, solo il Porto di Francesco Farioli tra le squadre di vertice ha fatto meglio. Chi l'avrebbe mai detto in riferimento a una squadra di Gasp: la sua Atalanta era nota per ritrovarsi spesso e volentieri col miglior attacco: l'obiettivo dichiarato era segnare un gol in più degli avversari, non concludere le partite senza subire reti. Nelle 342 gare di campionato con Gasperini allenatore la Dea ha realizzato 665 reti, praticamente la media di due gol a partita per nove Serie A di seguito. Un'enormità. Questa Roma però non è l'Atalanta. E' una squadra che oggi ha probabilmente il miglior portiere del campionato (Mile Svilar) e senza dubbio il miglior recuperatore di palloni della Serie A (Manu Koné). Ha una difesa con tante certezze e un attacco che porta in dote altrettanti dubbi. Sono perplessità figlie di un'estate che a causa dei paletti UEFA e di qualche errore strategico non ha portato nella Capitale i giocatori sperati. Per settimane il tecnico di Grugliasco ha invocato l'arrivo di calciatori offensivi. Voleva cedere Dovbyk per acquistare un altro centravanti da affiancare a Evan Ferguson e poi almeno un paio di esterni offensivi in grado di saltare l'uomo e fare la differenza. Un paio di calciatori alla Lookman per attuare il suo calcio. L'estate però ha raccontato tutt'altro. Alla fine arriverà solo l'esterno giamaicano Leon Bailey che s'è infortunato appena sbarcato nel mondo giallorosso e che dovrebbe tornare dopo questa sosta. Gasperini, chiuso il mercato, s'è ritrovato con una Roma molto diversa rispetto a quella che aveva immaginato e allora s'è adattato. Ha saggiamente rispettato le attitudini della sua squadra e s'è messo al suo servizio per esaltare i suoi punti di forza e provare a nascondere i difetti sotto al tappeto. Oggi la sua Roma ha tanti, tantissimi punti in comune con quella di Claudio Ranieri, ovvero di colui che dopo aver deciso di concludere la sua straordinaria carriera da tecnico ha preso la decisione migliore possibile: affidarsi per la sua successione a un allenatore generazionale e scafato. Capace di indirizzare una nave per troppi ingovernabile. Gasperini è l'ulteriore dimostrazione del fatto che l'allenatore conta tantissimo. E del resto per ulteriori ratifiche basta osservare com'è cambiato il Milan con l'arrivo di Massimiliano Allegri dopo la complicatissima stagione dei manager portoghesi. Oppure l'altra capolista, quel Napoli che grazie ad Antonio Conte è passato dal decimo posto allo Scudetto in dodici mesi. Aver puntato su un allenatore che come pochi altri sa mettere le mani sul Tricolore permise a De Laurentiis sedici mesi fa di rimediare in fretta agli errori commessi dopo il passo indietro di Spalletti. Garcia, Mazzarri e Calzona fecero capire ad ADL che aveva bisogno di un direttore sportivo a cui delegare il calciomercato e un allenatore a cui affidare il progetto tecnico. E allora chi contattò nella Primavera 2024 dopo aver ingaggiato Giovanni Manna? Innanzitutto Gasperini, tecnico che alla fine non se la sentì di lasciare Bergamo dopo il trionfo di Dublino. Poi Antonio Conte, manager che a Napoli sta confermando tutte le sue straordinarie qualità. Due dei migliori allenatori italiani degli ultimi quindici anni: in quelle settimane De Laurentiis ci vide giusto due volte.