
Inter, la rivoluzione di Chivu in 5 mosse: dalla formazioni, ai cambi fino agli allenamenti
Più che sul piano tecnico, la rivoluzione apportata da Cristian Chivu riguarda soprattutto la disciplina. Anche perché dal mercato non sono arrivati quei giocatori - Lookman e Manu Koné su tutti - che avrebbero permesso ad un cambio di modulo o di interpreti. E dunque avanti con il 3-5-2 di ‘inzaghiana’ memoria, anche se a cambiare è tutto ciò che ruota attorno alla partita.
Il primo cambiamento, scrive La Gazzetta dello Sport, si è avuto nella formazione, perché se fino a pochi mesi fa l’undici lo si poteva dire a memoria, o quasi, adesso Chivu non vuole cali di concentrazione da parte di titolari e riserve e per questo comunica chi gioca soltanto tre ore prima della partita. . Ma non è l’unico cambiamento che il nuovo allenatore nerazzurro ha introdotto, perché la vera scelta di rottura porta alle sostituzioni. Di recente era stato Dimarco a rivendicare di poter incidere più in 90’ che in 60’, e Chivu va sempre verso quella direzione: non esistono cambi per abitudine, non necessariamente chi prende un’ammonizione è costretto ad uscire, le sostituzioni si sviluppano in base ai momenti delle partite. Infine spazio alle rotazioni, perché le partite da giocare sono tante e pazienza se qualcuno esce dal campo sbuffando.
In allenamento la parola chiave è divenuta intensità. Quella che Chivu pretende da tutti i calciatori nerazzurri in ogni allenamento e che si risconta in campo, dove l’Inter sta volando. Infine, la rosea cita l’occhio di riguardo che il tecnico mantiene verso gli ultimi arrivati. L’obiettivo è quello di metterli subito nelle migliori condizioni, evitare critiche feroci e i mugugni di San Siro: ecco perché, a meno che non lo imponga un determinato momento di partita, la tendenza è quella di lanciarli lontani dal Meazza. Per una questione di fiducia, dimestichezza, impatto.
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