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Spalletti torna sul caso Acerbi. La versione dell'interista nella sua autobiografiaTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 18:45Serie A
di Ivan Cardia

Spalletti torna sul caso Acerbi. La versione dell'interista nella sua autobiografia

Chissà come sarebbe andata la gara con la Norvegia, se in campo ci fosse stato Francesco Acerbi. È uno dei grandi what if della storia recente della Nazionale, costretta a inseguire i playoff anche per quella nottataccia di Oslo, vissuta senza il centrale dell’Inter, che aveva rifiutato la chiamata dopo che Luciano Spalletti lo aveva convocato nuovamente per affrontare lo spauracchio Haaland. Una vicenda su cui oggi l’ex ct azzurro è tornato dal palco del Festival dello Sport di Trento. La versione di Spalletti. “C'era un'altra convocazione di 20 giorni prima: perché non dici niente? Il giorno prima della convocazione poi lo chiamo e gli dico: 'Guarda, avevi ragione tu, perché bisogna sempre guardare il campo'. Il campo dice sempre chi risponde, lui aveva fatto gol al Barcellona ed era stato decisivo ad alto livello. Avevo spiegato che in campo aveva detto che lui fosse ancora un leader e gli dissi: 'Per questo ho pensato di convocarti'. In quel momento c'era Gatti infortunato, così come Buongiorno e Gabbia. Fra Mancini e Acerbi scelsi Acerbi. Quando ho telefonato, mi ha risposto il giorno prima della convocazione e gli dissi che lo avrei chiamato. E lui mi rispose: 'Se lei ritiene di chiamarmi, vengo'. Poi passò qualche giorno e mi mandò un messaggio per dirmi: 'Ci ho ripensato, non vengo più'. Allora l'ho richiamato e ha ritirato fuori la questione di Juan Jesus. In quella questione eravamo dovuti intervenire perché quelle sono cose delicate. Se lui è contento così, sono contento per lui. Ma la cosa è andata diversamente da come l'ha raccontata". Qui l'intervento integrale. Il riferimento fatto da Spalletti, evidentemente a una conversazione privata avuta con Acerbi, è a quanto accaduto dopo le accuse di razzismo rivoltegli da Juan Jesus, da cui poi fu assolto dalla giustizia sportiva. Si era a marzo 2024 e Acerbi, convocato dalla Nazionale per le amichevoli con Venezuela e Ecuador, fu rimandato a casa in attesa di chiarire le accuse del difensore centrale del Napoli. Una scelta - convocato Gianluca Mancini al suo posto - che venne spiegata con la necessità di “garantire la necessaria serenità alla Nazionale e allo stesso calciatore”. E che evidentemente Acerbi non ha mai digerito. 
 La versione di Acerbi. Sull’accaduto è tornato da poco lo stesso difensore, nell’autobiografia “Io guerriero" pubblicata di recente: “Io ero tranquillo, convinto che la questione si fosse risolta lì. Poi, a sorpresa, arrivò una telefonata di Spalletti, che mi disse: ‘Vieni qui, chiedi scusa ai tuoi compagni e poi torni a casa’. Nessuna spiegazione, nessuna possibilità di confronto vero. Solo quella frase secca. Io, con rispetto, feci quello che mi era stato chiesto: parlai ai compagni e poi tornai in stazione. […] Tutti a parlare della mia esclusione, del presunto caso, delle accuse di razzismo. Ma nessuno che volesse davvero ascoltarmi. Nessuno che mi avesse chiesto cosa fosse successo davvero. E, soprattutto nessuno che mi avesse dato la possibilità di raccontare la mia verità. Nessuno”. In un altro passaggio, Acerbi ricorda così la - di fatto - mancata convocazione: “E la cosa più dura da accettare è che, in quella situazione, chi avrebbe dovuto difendermi aveva scelto di abbandonarmi. Il CT non aveva aspettato la verità dei fatti, aveva semplicemente preso una decisione lasciandomi solo in mezzo alla bufera. Pochi giorni dopo, il 26 marzo 2024, la giustizia mi assolse dalle accuse: non c'erano stati insulti razzisti, non c'era stato alcun illecito. Ma ormai il danno era fatto. E non parlo solo dell'esclusione dalla Nazionale. Parlo del modo. Del silenzio. Della freddezza e della mancanza di rispetto che ti fanno sentire piccolo, invisibile, inutile. Mi aspettavo un altro atteggiamento. Mi aspettavo che il CT mi tenesse nel gruppo fino a un'eventuale sentenza di condanna. Invece niente. Un giudizio inappellabile e via”.